di Valerio Casertano
Iieri ricorreva la giornata della memoria istituita dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005, per ricordare che il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell’offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
In Italia per ricordare gli orrori dell'Olocausto è stato scritto il 1° articolo della legge, che recita:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».
Per eliminare tutti i soggetti considerati "indesiderabili" dai Nazisti, questi crearono dei campi di concentramento e di sterminio: nei primi i prigionieri venivano classificati in base alla loro capacità di lavorare; chi era troppo debole veniva eliminato nelle camere a gas camuffate da docce, mentre i più forti erano sottoposti ad un lavoro schiavistico. Anche questi ultimi, a causa delle terribili condizioni di vita e di lavoro a cui erano sottoposti, spesso non sopravvivevano. I campi di sterminio erano invece pensati esclusivamente per la soppressione delle persone. L'Olocausto fu l'ultima tappadella politica antisemita promossa da Adolf Hitler.
L'antisemitismo:
Negli anni '20 e '30 l'antisemitismo era comune in Europa ma trovò slancio attraverso la pubblicazione del libro di Hitler " Mein Kampf" che, inizialmente ignorato, divenne popolare quando Hitler salì al potere. A partire dal 1933 le misure antisemite si succedettero: si iniziò con il boicottaggio delle attività economiche gestite da tedeschi ebrei, si limitarono le loro attività e, con le leggi di Norimberga, gli ebrei tedeschi furono esclusi dalla vita sociale tedesca. Seguì la politica di emigrazione forzata dei cittadini ebrei dai territori del Reich e la loro prigionia nei campi di concentramento e di sterminio.
Nonostante questi fatti, alcune persone negano lo sterminio ebraico e si mostrano scettici sulle cause che lo hanno provocato, a questo, aggiungono la tesi che ai tempi di Hitler fosse in atto un complotto ebraico-capitalista contro la Germania nazista, un'invenzione della propaganda alleata, sostenuta dall'internazionale ebraica.
La memoria:
La parola memoria può assumere diversi significati, a seconda del contesto in cui è inserita. Primo Levi la intende come memoria storica, la quale può diventare bisogno e dovere dell’uomo: per esempio i casi in cui l’uomo eccelle in umanità oppure i casi in cui egli smarrisce la ragione perdendo quanto vi è di umano in lui, vanno ricordati per capire e per essere consapevoli del punto in cui un essere umano può arrivare. Anche noi uomini del XX secolo abbiamo sperimentato cosa voglia dire la soppressione della libertà, la manipolazione del reale da parte di “tiranni”, che noi abbiamo chiamato dittatori, e la Shoah ne incarna un esempio. Nonostante le infinite parole che hanno espresso l’orrore che ha caratterizzato la persecuzione degli Ebrei, la Shoah giunge ai nostri tempi portando con sè il disaccordo tra il dovere di ricordare ogni qual volta l’uomo si sente nello stesso rischio e il desiderio di minimizzare attraverso la “revisione”. Nessuno meglio di Primo Levi ha assunto la precisa missione di salvare la memoria e di evitare gli orrori del passato.
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