La vita di Sant’Antonio
Sant’Antonio nasce in Egitto da una famiglia di agricoltori cristiani e benestanti, resta presto orfano.
Egli sente ben presto il richiamo evangelico, regala tutti i suoi averi ai poveri, affida la sorella più
piccola a una comunità e si ritira a vita solitaria.
Durante una visione Sant’Antonio vede un eremita che trascorre le giornate ad intrecciare una corda
e a pregare: egli ne deduce che deve lavorare per sopravvivere e aiutare i più bisognosi.
Sant’Antonio viene convinto da alcuni eremiti a staccarsi ancora di più dal mondo e così decide di
chiudersi in una tomba vicino al suo villaggio natale. Qui viene aggredito dal demonio e ritrovato
senza sensi; portato nella chiesa del villaggio, dopo essersi ripreso, decide di spostarsi verso il Mar
Rosso dove resta per 20 anni, mangiando il pane che in rare occasioni, gli viene donato.
Nella sua vita Sant’Antonio cura i malati, li guarisce dal male fisico e li libera dal demonio.
Sant’Antonio trascorre gli ultimi anni della sua vita nel deserto della Tebaide.
Muore a 105 anni.
Curiosità
Una celebre espressione molto spesso usata è: “troppa grazia, Sant’Antonio!”. Questa frase deriva
dalla storiella di un mercante e del suo cavallo.
Il mercante ha pochi soldi ma sogna di comprare un cavallo. Finalmente un giorno riesce ad
acquistare il cavallo e si prepara a cavalcarlo. Prova a salire in groppa al destriero ma il mercante ha
le gambe troppo corte e il cavallo è troppo alto per lui. Il mercante prova e riprova a salire ma non
riesce. Sull’orlo della disperazione guarda al cielo e si rivolge a sant’Antonio per avere la grazia e
riuscire a salire a cavallo. Poco dopo il mercante, carico di troppa energia, salta e scavalca la groppa
dell’animale. Il mercante cade a gambe all’aria e si rivolge al Santo, lamentando che si è trattata di
troppa grazia!
Iconografia del santo
Nell’iconografia tradizionale, il Santo è circondato da donne procaci, simbolo delle tentazioni,
oppure da animali domestici come il maiale.
Sant’Antonio compare anche accanto al fuoco: un racconto vuole che il Santo sia sceso in visita
all’inferno per contendere al demonio le anime peccatrici.
Nel 561 a seguito della scoperta del sepolcro del Santo, le reliquie girano per il mondo fino ad
arrivare in Francia, nell’XI secolo a Motte-Saint-Didie dove viene costruita una chiesa in suo onore:
i malati chiedono il miracolo della guarigione. All’epoca la malattia più diffusa è chiamata “ignis
sacer” la malattia dà origine a un forte bruciore. Viene costruito un ospedale per i malati, nasce la
Confraternita chiamata Antoniano. Il papa concede di allevare maiali ai quali viene messa una
campanella e sono liberi di passeggiare.
Il grasso dei maiali è usato per curare la malattia chiamata “il fuoco di Sant’Antonio” e per questo
motivo il maiale viene associato al Santo, considerato il patrono di tutti gli animali domestici.
Alessandro Iodice
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