Il fenomeno della violenza maschile sulle donne è un argomento molto
importante e delicato, erroneamente considerato, soprattutto dalle
popolazioni occidentali, come fenomeno lontano, come qualcosa che ormai non ci
riguarda più. Basta prendere in considerazione la nostra terra, in
Italia, infatti, fino a non molti anni fa, l' uomo che uccideva la
moglie o la fidanzata "per gelosia" poteva contare su una attenuante
giuridica: il movente "l' onore", grazie al quale se la cavava con
pochi anni di prigione.
Ancora oggi le stragi di violenza maschile sulla donna vengono
codificate dalla cronaca con le parole “omicidio passionale”, “d’amore”,
“raptus”, “momento di gelosia”, quasi a testimoniare il bisogno di
dare una giustificazione a qualcosa che è in realtà mostruoso.
Ma cosa si può fare per contrastare questo terribile e crescente fenomeno radicato nella nostra cultura?
Qualcosa è stato fatto, negli ultimi tempi in particolare; oltre alla
nascita dei centri anti-violenza, dotati spesso anche di case rifugio,
in Italia sono stati istituiti corsi di formazione dei carabinieri,
mentre in tutto l’Occidente è stato introdotto il reato di
“femminicidio”, con il quale si tenta di passare il messaggio che
uccidere una persona perché ci si ritiene proprietari del suo corpo,
della sua vita, della sua libertà, è un' aggravante giuridica, e non più
una attenuante.
Recentemente le ricerche psicologiche hanno dato rilievo ad una forma di
violenza contro le donne molto diffusa, il cosiddetto stalking, cioè il
comportamento, prevalentemente maschile, caratterizzato da persecuzione
reiterata, molestie asfissianti, appostamenti, intromissione nella vita
privata verso una persona generalmente di sesso opposto.
La violenza sulle donne non è naturalmente soltanto un problema
italiano. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di
un uomo nel corso della propria esistenza
Mi vengono in mente le donne africane mutilate ai genitali, le vedove bruciate vive in India, le donne lapidate e quelle cui viene violentemente
negato l'accesso all'istruzione in parte del mondo islamico.
Il primo passo da compiere, quindi, sarebbe quello di cercare di
modificare le culture dove il maschio ha ancora una posizione dominante e
troppi privilegi da difendere.
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