Quando smetto di cantare mi lego i capelli in una coda alta senza
asciugarli, perché siamo in estate piena e di usare il fono non se ne
parla proprio. Mi guardo a lungo allo specchio cercando ogni singolo
particolare che potrebbe essere cambiato negli ultimi anni: una
lentiggine in più, il naso più all'insù oppure i capelli un po' più
lunghi. Niente cambiamenti.
Sospiro a fondo prima di infilare la felpa verde e le scarpe dello
stesso colore, allungo una mano sullo specchio ed in pochi secondi la
vedo scomparire in esso.
Mi immergo completamente nelle onde dello specchio ed in poco tempo
cado nel vuoto per minuti che sembrano infiniti. Poi rallento, ed i miei
piedi si poggiano delicati sulla terra ferma.
Sorrido quando un brivido mi percorre la schiena: Inverno.
Non so ancora che nome dare alla mia scoperta, avvenuta circa un anno
fa. Ma la pioggerella che cade leggera a terra mi rilassa in un secondo e
il rosso dell'erba rende tutto più vivace. Le piante si arrampicano
ovunque, anche sulle fabbriche sospese dal terreno. I fili tengono
insieme tutto il pianeta. Se ne vanno su' e spariscono nel cielo, ma non
crederete di certo che non siano attaccati a nulla; il fatto è che
poche persone sono riuscite ad arrivare in cima e pochissime sono
riuscite ad arrivare in cima e pochissime sono riuscite a loro volta a
tornare indietro. Quelle poche persone non ricordano mai quello che è
successo oltre le nuvole.
Un filo si spiega proprio davanti a me e senza che io muova un muscolo
si lega alla mia vita tirandomi in alto di due metri. E' così che
funziona qui: tutti sono sospesi e l'inverno sembra infinito. Il tempo
non esiste nel luogo in cui mi trovo adesso e quando tornerò al mio
universo sarà come se il tempo ripartisse da dove l'ho lasciato.
In questo momento sto pensando di muovermi e senza che io dica o
faccia nulla il filo inizia a muoversi lungo la strada tracciata dal mio
pensiero.
In un intero anno ho imparato a non distogliere mai il pensiero dalla mia meta ed evitare che il filo impazzisca.
Sorpasso case di tutte le forme e dimensioni: ottagonali, esagonali,
tonde e addirittura a forma di parallelogramma. Sorrido ammirando i
fiori blu, colore dell'universo, presenti su ogni balcone e su ogni
finestra.
Le persone mi guardano serie e con diffidenza: perché i miei occhi non
sono grandi e azzurri come i loro, la mia testa non è provvista di
antenne e le mie mani hanno cinque dita divise fra loro. Lo so che
ognuna di loro pensa che io sia una spia, in realtà sono solamente una
di loro... in un mondo parallelo.
"Laura!" L'urlo mi arriva nella testa e io mi rigiro per capire dove sia.
"Lava?" Chiedo ad alta voce, e tutti loro sgranano gli occhi come se avessi commesso un peccato carnale.
"Ma che fai? Urli?" Mi dice, ed ora la sto guardando ma le sue labbra
non si muovono. Sorrido dolcemente aprendo le braccia e stringendomela
addosso. "Mi sei mancata!" Sussurro, causandole un sorriso.
"Ci hai messo tanto a tornare, ti aspettavo prima!" Io annuisco mentre
sciolgo il nostro abbraccio e sussurro uno "scusami" pentito prima di
osservarla.
Aveva i miei stessi capelli con l'eccezione che dai suoi spuntavano
due antenne piccole e fini. I suoi occhi sono un po' più scuri del
solito azzurro degli altri, perché lei è ancora giovane., e la sua vita
sembra la mia.
Lei è la Laura parallela al mio universo. Ed io non so ancora spiegare
la mia scoperta, la sua esistenza e il tempo che cambia da una parte
all'altra. Quello che so, da un anno a questa parte, è che ogni volta
che il filo si scioglie, i miei occhi si socchiudono e i miei piedi
tornano a calpestare la moquette della mia stanza, io non posso fare a
meno di sorridere per questi attimi infiniti che sembrano così
estemporanei.
Maura Gallinari IV SIA
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