Giovanni Ibello (Napoli, 1989),
vive e lavora a Napoli. Nel 2017 ha pubblicato per Terra d’Ulivi il suo primo
lavoro in versi, "Turbative Siderali" (premio Como opera prima,
finalista al premio Ponte di Legno e al Camaiore proposta). L’opera è stata
recensita su diversi blog e riviste letterarie. È redattore di Atelierpoesia.it
e collabora con il blog di poesia della Rai di Luigia Sorrentino. Le sue poesie
sono state tradotte in Spagna, Messico, Colombia, Russia e Romania. Nel 2018 si
aggiudica il premio Fiumicino per l'opera inedita. Nello stesso anno è stato
ospite di Casa della poesia per il progetto "Intrecci", insieme ad
Eleonora Rimolo, peraltro ospite lo scorso anno della nostra rassegna di poesie
qui alla “Loi”. Dopo questa piccola presentazione sul nostro poeta parliamo
dell’incontro avvenuto nell’atrio dell’ala nuova il 14 febbraio. Abbiamo
partecipato ad una lunga conversazione, con varie riflessioni seguite alla lettura
di alcune delle sue poesie, tratte dalla raccolta intitolata “Turbative
siderali” (la sua prima raccolta).
Tra le varie poesie che sono state lette
quella che ci ha colpito di più è “10”, che parla di un murales situato in un
quartiere di Napoli est (luogo in cui Ibello è cresciuto). Questa poesia viene considerata
dal poeta stesso “profetica”, in quanto scritta prima che, due anni dopo, un
pittore lo abbia realizzato nel punto esatto descritto dalla poesia; peraltro
si tratta di un giovane pittore che si sta facendo strada nel mondo dell’arte. In
un secondo momento abbiamo avuto l’opportunità di avere un confronto diretto
tra noi e il poeta con una brevissima intervista:
“Quanto peso attribuisce alle
parole?”.
“Come tutti i poeti mi ritrovo a
dare un grande valore ad ogni singola parola”.
“In alcuni tratti del suo
discorso lei afferma che spesso una buona poesia non scaturisce dalle forti
emozioni, mentre a volte accade il contrario”.
“Certo, è quello che penso, anche
se in merito alla creazione poetica non esistono vere e proprie regole”.
“Come ha iniziato la sua carriera
poetica? E ha mai pensato di abbandonarla?”
“Come ho iniziato? Come tutti gli
altri, con una sorta di inevitabilità; mentre per quanto riguarda la seconda
domanda, dico che potenzialmente ogni parola che scrivo potrebbe essere
l’ultima, quindi io mi ritengo già un ex-poeta”.
Alla fine dell’incontro il poeta
ci ha voluto lasciare un messaggio: bisogna educarsi alla bellezza che ci
circonda.
II A AFM
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.