Film principe del neorealismo e capolavoro di Roberto Rossellini, Roma città aperta
racconta, a soli due anni dall’effettiva Liberazione d’Italia, la speranza di un popolo e la
conseguente distruzione, causata da un essere superiore e ben più potente. Non si tratta
di Dio, che in questa pellicola sarà comunque molto presente, ma della guerra.
Siamo nella Capitale, l’ingegner Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero) è un uomo
importante della Resistenza e per questo altamente ricercato. Per fuggire dalle guardie
naziste, cerca l’aiuto di Francesco (Francesco Grandjacquet), un tipografo antifascista che
lo ospiterà nella sua casa, dove verrà accolto da Pina (Anna Magnani), sua moglie, e da
Lauretta (Carla Rovere), sorella di Pina. Quest’ultima è amica e collega di Marina (Maria
Michi), compagna dell’“ingegnere” e punto cardine della storia, in attesa di un altro
componente fondamentale, Don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi), il parroco locale.
L’ambizione della libertà in una situazione di quasi completa impotenza è il motore dei
nostri protagonisti, che non possono esser aiutati da nessuno se non da loro stessi. La
figura delle guardie italiane, coloro a cui ogni persona dovrebbe aggrapparsi per ottenere
protezione, viene utilizzata come linea “comica” del film; tutto il resto, ciò che
concretamente potrebbe aiutare il popolo, è visto come un miraggio, qualcosa di lontano.
Ciò che rimane è il puro spirito di sopravvivenza e la speranza, una speranza dettata
dall’intervento dell’uomo e non da quello divino. Neanche la fede può più aiutare,
anch’essa piegata e plasmata dai metodi dell’epoca, ovvero agire guidati dal fuoco e non
dal perdono. Tutto questo provocherà un gran senso di colpa, specialmente nella figura più
vicina a quei ideali, ovvero il parroco.
La successione degli eventi è scandita dalle guerre interiori dei protagonisti e dalla ferocia
dei nazisti che avranno il sangue freddo di uccidere una donna incinta, inoffensiva,
colpevole solo di aver tentato d’impedire la cattura del marito in una delle scene più
iconiche del film e del neorealismo in generale, nonché una delle pochissime sequenze
movimentate dal punto di vista registico. Un po’ per il periodo storico, un po’ per il periodo
artistico, Rossellini non sceglie di decorare la pellicola con particolari inquadrature o guizzi
creativi, bensì antepone l’etica all’estetica raccontando la maggior parte delle scene di
suspense con una calma e diplomazia poi smarrite nel cinema contemporaneo. L’esempio
più indicativo lo si ha durante la cattura di Manfredi e del Don, causata dalla
tossicodipendenza di Marina.
Siamo accompagnati da discorsi strategici conditi da elementi morali, bicchieri di vino e
relax mentre vengono attuate le peggiori torture, ed è qui che perirà l’uomo della
Resistenza, rappresentante del coraggio e dell’intraprendenza, ed è da lì a poco che verrà
ucciso anche il parroco, in una delle scene madri dell’intero film.
In mezzo a un campo militare tedesco, Don Pietro verrà fucilato, sotto gli occhi dei bambini
che dopo l’esecuzione, si avventureranno verso Roma, il tutto rappresentato attraverso
inquadrature che suggeriscono molteplici informazioni.
Con la morte di Don Pietro muore la speranza, un attimo prima fatta riaffiorare dal fischio
dei bambini, i quali erediteranno la causa e rappresenteranno il futuro di Roma, una città
aperta, ovvero senza difese, facilmente succube e con l’unico desiderio di esser libera
dall’orrore della guerra.
SCHEDA TECNICA
Lingua originale: italiano, tedesco
Paese di produzione: Italia
Anno: 1945
Durata: 100 min
Dati tecnici: B/N
rapporto: 1,37:1
Genere: drammatico, guerra
Regia: Roberto Rossellini
Soggetto: Sergio Amidei, Alberto Consiglio
Sceneggiatura: Sergio Amidei, Federico Fellini, Ferruccio Disnan, Celeste Negarville,
Roberto Rossellini
Produttore: Ferruccio De Martino
Casa di produzione: Excelsa Film
Distribuzione in italiano: Minerva Film
Fotografia: Ubaldo Arata
Montaggio: Eraldo Da Roma
Effetti speciali: Luca Morini
Musiche: Renzo Rossellini, dirette da Luigi Ricci
Scenografia: Rosario Megna
Interpreti e personaggi
Anna Magnani: Pina
Aldo Fabrizi: Don Pietro Pellegrini
Marcello Pagliero: Luigi Ferraris, alias ingegnere Giorgio Manfredi
Maria Michi: Marina Mari
Carla Rovere: Lauretta
Francesco Grandjacquet: Francesco
Giovanna Galletti: Ingrid
Harry Feist: maggiore Fritz Bergmann
Vito Annichiarico: Marcello
Nando Bruno: Agostino, alias Purgatorio, il sagrestano
Turi Pandolfini: il nonno
Eduardo Passarelli: brigadiere metropolitano
Amalia Pellegrini: Nannina
Carlo Sindici: il questore
Alberto Tavazzi: prete confessore
Ákos Tolnay: disertore austriaco
Joop van Hulzen: capitano Hartmann
Doppiatori originali
Lauro Gazzolo: Luigi Ferraris, alias ingegnere Giorgio Manfredi
Rosetta Calavetta: Lauretta
Gualtiero De Angelis: Francesco
Roswita Schmidt: Ingrid
Giulio Panicali: maggiore Fritz Bergmann
Ferruccio Amendola: Marcello
Recensione di Francesco Gentile, V AT
Scheda tecnica a cura di Leonardo Ragazzini, V AT
Correzione di bozze a cura di Flavio Trabelsi, V AT
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