Giancarlo Siani giornalista italiano fu assassinato dalla camorra.
Egli si occupava principalmente di cronaca nera, studiando e analizzando i rapporti e le gerarchie delle famiglie camorristiche che controllavano il comune e i suoi dintorni.
Fu in questo periodo che iniziò anche a collaborare con l'Osservatorio sulla Camorra, periodico diretto dal sociologo Amato Lamberti.
Lavorando per il giornale “Il mattino”, Siani riuscì ad approfondire la conoscenza del mondo della camorra, dei boss locali e degli intrecci tra politica e criminalità organizzata, scoprendo una serie di connivenze che si erano stabilmente create all'indomani del terremoto in Irpinia, tra esponenti politici e il boss locale, Valentino Gionta, che, da pescivendolo ambulante, aveva costruito un business illegale partendo dal contrabbando di sigarette, per poi spostarsi al traffico di stupefacenti e infine controllando l'intero mercato di droga nell'area torrese-stabiese.
Le sue inchieste scavavano sempre più in profondità, tanto da arrivare a scoprire la moneta con cui i boss mafiosi facevano affari. Siani con un suo articolo accusò il clan Nuvoletta, alleato dei Corleonesi di Totò Riina e il clan Bardellino, esponenti della "Nuova Famiglia", di voler spodestare e vendere alla polizia il boss Valentino Gionta, divenuto pericoloso e scomodo per porre fine alla guerra tra famiglie.
Grazie un suo amico carabiniere il 10 giugno 1985, pubblicò delle informazioni in un articolo dove scrisse che l'arresto del boss Valentino Gionta fu reso possibile da una "soffiata" che esponenti del clan Nuvoletta fecero ai carabinieri. Secondo quanto successivamente rivelato dai collaboratori di giustizia, l'arresto di Gionta fu il prezzo che i Nuvoletta pagarono al boss Antonio Bardellino per ottenerne un patto di non belligeranza. La pubblicazione dell'articolo suscitò le ire dei fratelli Nuvoletta che, agli occhi degli altri boss partenopei e di Cosa nostra, facevano la figura degli "infami" Da quel momento i capo-clan Lorenzo e Angelo Nuvoletta decisero di eliminare Siani lontano da Torre Annunziata, per depistare le indagini. Giancarlo Siani venne ucciso intorno alle 20:30 del 23 settembre 1985 sotto casa sua, in via Vincenzo Romaniello, a pochi passi da piazza Leonardo, nel quartiere napoletano dell'Arenella. Gli assassini, con i volti scoperti, lo colpirono 10 volte alla testa con i colpi di due pistole Beretta 7,65.
GIORGIA NARDECCHIA
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