La Pastiera
Le origini del nome “Pastiera” non
sono determinabili. Esistono un paio
di ipotesi in merito: la prima, forse
la più probabile, fa risalire il
termine alla pasta che, soprattutto in
provincia di Napoli, viene ancora
oggi utilizzata al posto del grano per
confezionare un tipo alternativo di
Pastiera, la “pastiera di pasta
dolce”. Un’altra ipotesi vede il
termine derivare da “pastenare” cioè
“piantare” che a sua volta sarebbe
un’evoluzione del latino” pastinare” e ciò va a confermare lo stretto legane tra il dolce e antichi riti
per propiziare la fertilità dl terreno.
Secondo la leggenda, la sirena Partenope aveva scelto come sua dimora il golfo di Napoli e da lì
cantava con voce melodiosa. Il popolo, per ringraziarla del suo dolce canto, le ha portato sette doni
la farina, simbolo di ricchezza, la ricotta, simbolo di abbondanza, le uova, simbolo di riproduzione,
il grano cotto nel latte, simbolo della fusione tra regno animale e vegetale, i fiori d’arancio,
omaggio a tutti i popoli ed infine, lo zucchero per celebrare la dolcezza. La sirena ha unito gli
ingredienti per creare la Pastiera.
Secondo un’altra tradizione la nascita del dolce sarebbe legata al mondo dei pescatori. narra il mito
che le mogli dei pescatori avrebbero lasciato sulla spiaggia ceste piene di ricotta, frutta candita,
grano, uova e fiori d’arancio come offerta al mare. Durante la notte le onde mischiarono i prodotti e
al ritorno avrebbero trovato nelle ceste la pastiera.
La tradizione vuole che la Pastiera sia preparata il Giovedì Santo e lasciata riposare un giorno per
essere mangiata il sabato prima di Pasqua.
Buona Pasqua da Alessandro Iodice
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