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lunedì 29 maggio 2023

lettera al Dirigente

Buongiorno  Preside, 

 


volevamo ringraziarla per l'opportunità che ci ha dato di partecipare alle Olimpiadi della stampa. Dobbiamo dire che è stata un'esperienza fantastica che ci ha permesso di crescere e divertirci allo stesso tempo. Durante le Olimpiadi della stampa, abbiamo avuto modo di mettere alla prova le nostre abilità in diverse sfide e competere con altri studenti. Ma ciò che più ci ha emozionato è stata l'opportunità di incontrare realtà diverse, come quando nell'ultima prova abbiamo dovuto collaborare con altre squadre che non conoscevamo. Questa esperienza ci ha fatto capire l'importanza della collaborazione e della condivisione delle idee. Abbiamo avuto modo di conoscere persone che condividono la nostra passione per la grafica e che ci hanno aiutato a guardare le cose da prospettive diverse. Siamo stati davvero felici di rappresentare la nostra scuola in questo evento e ci siamo divertiti molto. Ringraziamo ancora una volta per questa grande opportunità e speriamo di avere altre esperienze del genere in futuro. Grazie ancora, Preside, per averci permesso di partecipare alle Olimpiadi della stampa e per averci fatto conoscere realtà diverse.

I ragazzi che hanno partecipato alle olimpiadi della stampa

sabato 13 maggio 2023

l'ALTRA VERITA': la storia di Alda Merini


Abbiamo letto a scuola alcune poesie della poetessa Alda Merini che è stata costretta a trascorrere parte della sua vita nel manicomio del Paolo Pini di Milano. Ma come Van Gogh la Merini proprio nel manicomio  trova l' ispirazione per tenere un diario chiamato "L'altra verità". La tematica della solitudine, del silenzio schiacciante rotto solo dalle urla delle povere donne malate, il senso di abbandono e la consapevolezza di essere sola  e malata parole dei suoi pensieri  all'interno del manicomio.

Però, l'autrice, al termine del suo diario, spiega che il vero manicomio non è quello che lei ha vissuto all'interno dell'istituto Paolo Pini, ma il mondo esterno. Il vero inferno è quello che ha provato stando a contatto con altre persone da cui si è sentita giudicata, criticata e non amata.

Questo libro enuncia l'altra verità, quella di una donna che si è sempre espressa con coraggio, mostrandosi libera di essere diversa anche al costo di non essere capita.


Arianna Pierno


Un anno intenso con il progetto "Frequentiamo"


E' stato molto intenso per noi studenti che abbiamo potuto partecipare al progetto "Frequentiamo" della  Cooperativa "La Coccinella", seguito a scuola nostra dalla Prof.ssa Cinzia Paradisi.

Frequentiamo della “Coccinella”  è un progetto innovativo e ambizioso che serve a migliorare i nostri risultati a scuola 

Frequentiamo si basa sulla collaborazione tra studenti, insegnanti e tutor online, che lavorano insieme per migliorare il rendimento scolastico degli studenti. Il sistema è progettato per essere flessibile e adattabile alle esigenze dei singoli studenti, in modo da garantire un supporto personalizzato e mirato.

Grazie alle esperte esterne di frequentiamo che hanno passato con noi delle belle mattinate in cui abbiamo parlato liberamente e stare a scuola ci è sembrato molto più bello. 

 responsehttps://www.frequentiamo.it/2022/11/30/liberamente-creazione-di-un-giornalino-nellitet-e-loi-la-redazione-degli-studenti/


https://ilgranchio.it/2022/04/04/anzio-nettuno-presentato-il-progetto-frequentiamo-che-coinvolge-giovani-scuole-e-famiglie/


classe III B Grafica e Comunicazione

lunedì 1 maggio 2023

IL POETA ANTONIO FRANCESCO PEROZZI SI RACCONTA (2° parte)


Vanessa Policardo e Chiara Taurelli del Laboratorio di Poesia con questa seconda intervista ad Antonio

Francesco Perozzi, aggiungono dei tasselli importanti sulla personalità del giovane poeta, protagonista, lo scorso

17 aprile, del terzo incontro della rassegna promossa dalla nostra scuola, “4 incontri tra oralità e scrittura ~

esempi di giovane poesia contemporanea”.

 

D: È stato un evento in particolare per cui hai iniziato a scrivere, oppure c’è stato qualcosa che ti ha influenzato,

qualcuno da cui hai tratto ispirazione?

R: Sicuramente posso citare la mia professoressa delle superiori che mi ha mostrato, prima ancora di un modo

per scrivere, un modo di studiare, di approcciarsi alla poesia, alla letteratura in generale, cosa che mi ha

sconvolto.

Io ho fatto lo scientifico per non studiare italiano, cioè, alle medie, odiavo studiare italiano, e questo fino al terzo

superiore. Poi a un certo punto, questa professoressa ha aperto qualcosa, quindi sì, questo evento, forse, è quello

scatenante.

D: Per creare le tue poesie hai bisogno di un posto specifico, oppure in qualsiasi momento riesci a dar vita alla

tua creatività?

D: Allora, bella domanda… qualsiasi momento, qualsiasi posto possono innescare qualcosa, poi, servono gli

spazi di meditazione, forse sì, ognuno ha i propri, io ad esempio ho un giardino grandicello e quindi mi piace

anche stare lì; il giardino mi dà tanto, e poi ho le tartarughe… quindi può avvenire in qualsiasi momento, infatti

ho degli appunti anche sul telefono, oppure ho un taccuino, però poi servono rielaborazioni, magari con più

calma.

D: Prima di trovare il tuo stile di poesia, hai provato a scrivere in altri modi, oppure sei sempre stato impostato

su quello stile?

D: No no, il mio modo di scrivere è cambiato e continua a cambiare; ho iniziato con la narrativa in realtà, quindi

con la prosa, con i racconti; il mio primo libro è un romanzo, poi sono passato alla poesia, già questo è un

cambio radicale, poi dentro la poesia, faccio cose molto diverse: in poesia, ho questi due libri, questi testi inediti,

che sono tre cose completamente diverse; e poi ho altri progetti. Quindi, cambia molto, per necessità, anche per

desiderio, cioè, mi piace che cambi.

D: Avendo letto le poesie, sia in classe che al corso, abbiamo notato il linguaggio deciso che viene usato, quindi ti

chiediamo: quanto tempo, più o meno ti prende scrivere una poesia?

D: È molto vario il discorso, perché dipende anche da cosa stai facendo; faccio un esempio radicale: ho

quest’altro progetto, che si chiama “spore”, sono testi costruiti, montando testi già esistenti, cartelli stradali,

libri…, questi sono molto veloci ad esempio, li crei e li hai fatti sul momento. Quando invece servono

dimensioni più artigianali, la scrittura di un testo può richiedere anche molto tempo. Però questo aspetto è molto

vario, la poesia “Passeggiata + internet”, per esempio, è nata e finita nello stesso giorno, invece altre me le porto

dietro per mesi, se non per anni, e ci ritorno spesso.

Noi: Grazie

Lui: A voi!

venerdì 28 aprile 2023

IL POETA ANTONIO FRANCESCO PEROZZI SI RACCONTA

 


Alessandro Grillo del Laboratorio di Poesia intervista Antonio Francesco Perozzi, giovane poeta, protagonista, lo scorso 17 aprile, del terzo incontro della rassegna promossa dalla nostra scuola, “4 incontri tra oralità e scrittura ~ esempi di giovane poesia contemporanea”.

 

D: Quali sono i tuoi idoli a da chi prendi ispirazione in particolare?

R: Poeti immagino, o in generale?

D: In generale…

R: La parola idolo non mi piace tanto, perché mette in una posizione di venerazione, a me interessa più la parola ‘ammirazione’, è meglio! Però è una domanda giusta: al livello di poesia ti posso dire sicuramente Edoardo Sanguineti… è un autore che tengo sempre presente, anche perché l’ho studiato all’università; come pure Nanni Balestrini e tutta la stagione sperimentale italiana degli anni 60, e soprattutto i poeti contemporanei di ‘ricerca’, per esempio Marco Giovenale, un autore che ritengo molto importante; poi ci sono classici: Eugenio Montale, ad esempio, è un autore che ho letto e amato tanto. 

Quindi i poeti che mi ‘ispirano’ sono diversi, e sono contento di poter dire che non sono solo autori di poesia, cioè non sono solo poeti in senso stretto, ma anche altri artisti, per esempio qualche musicista come Giovanni Lindo Ferretti è un punto di riferimento anche per i testi, quindi non solo musicalmente; potrei poi citare i Marlene Kuntz, e in generale tutta la musica legata al mondo del punk, in particolare di un genere che si chiama ‘post hardcore’ e che è una sorta di superamento del punk.

D: Passiamo alla seconda domanda: quando avevi la nostra età scrivevi?

R: No. Tu quanti anni hai?

D: 17.

R: Ho iniziato a 17, quindi “pelo pelo”, però ho iniziato scrivendo diari, delle riflessioni che erano solo ed esclusivamente per me. Ho iniziato a scrivere in maniera più decisa negli anni dell’università, in particolare con la narrativa. Quindi vengo dal racconto. Ho iniziato con la poesia a vent’anni, tardi rispetto a molti miei coetanei poeti.

D: La musica che ascolti influisce sul tuo modo di scrivere?

R: Direi di sì, sicuramente anche al livello di forme, di strutture, ma influisce di più al livello di spirito, c’è un’idea di lotta, di antagonismo potremmo dire, che viene dal fatto che sono cresciuto con il punk, che è stata la prima forma d’arte a cui mi sono avvicinato. Suonavo in un gruppo, e ogni tanto lo faccio ancora.

La frattura vera e propria da poeta è venuta nella musica, quindi influisce, assolutamente.

D: Hai altri in famiglia che hanno avuto a che fare con la poesia?

R: No, nessuno. A dire il vero sono cresciuto in una casa con pochi libri; i miei leggono, però non sono particolarmente appassionati. Mio fratello minore non ha molto interesse verso queste cose, è interessato alla psicologia e ad altre cose. L’unico parente con velleità artistiche è un mio zio della Calabria, che da giovane aveva disegnato dei quadri. In realtà in casa mia di arte ce ne è stata pochissima!

D: Invece di fare la classica domanda, come hai iniziato a scrivere, volevo chiederti se prima o poi pensi di smettere.

R: Bella questa domanda. È possibile… non ho l’idea dell’eternità della scrittura in generale, quindi figurati se ce l’ho su di me. La poesia è uno strumento, tra l’altro me ne interessano altri, come dicevo prima, la musica ad esempio. È possibile che un giorno la scrittura non mi dica più niente.

Mi piace molto l’immagine di Arthur Rimbaud che scrive quattro libri tra i più belli della storia della letteratura, e poi improvvisamente chiude definitivamente con la scrittura e va a caccia di elefanti!

D: Credi in Dio, e nel caso, quest’ultimo influisce sul tuo modo di scrivere? 

R: È una bellissima domanda questa… quante ore abbiamo?! Non credo in Dio, però neanche sono ateo. Potrei dirmi ‘agnostico’, ed è una dimensione che non sono riuscito a risolvere, però non sono un agnostico del tipo: “non so rispondere e quindi è un problema”. Però il pensiero di Dio ce l’ho sempre avuto, le mie prime riflessioni erano di tipo religioso. Durante la scuola ho avuto la fortuna di avere molto compagni interessati a tale argomento, e uno di questi è particolarmente credente, ancora oggi. Lo considero la persona più intelligente che conosco. È sempre stato per me la possibilità di un dialogo importante da questo punto di vista. Mi sento abbastanza lontano dalla religione, ma vive in me questa tensione tra esistenza e non esistenza di Dio, e dai miei testi un po’ si capisce.

D: Infatti hai citato diverse volte Dio nelle tue poesie! Grazie mille!

R: Grazie a te!

 

 

Antonio Francesco Perozzi è nato nel 1994 e vive a Vicovaro, in provincia di Roma. È autore della silloge di poesia “Essere e significare” (Oèdipus, 2019, prefazione di Francesco Muzzioli). Suoi racconti, articoli, poesie, lavori visivi e sonori sono apparsi in riviste, giornali e blog, tra cui “Nazione Indiana”, “La Balena Bianca”, “Poetarum Silva”, “Repubblica”. Per la narrativa è autore del romanzo “Il suono della clorofilla” (L’Erudita, 2017). È presente in “Pier Paolo Pasolini 6 domande a giovani poeti”, a cura di Angelo Fàvaro, prefazione di Giulio Ferroni (Aeclanum Delta3 Edizioni, 2022). Ha scritto inoltre la prefazione ad “Antagonist Poems” di Luc Fierens (Luna Bisonte Prods, 2021) e la postfazione a “Taccuino della cura” di Sonia Caporossi (Terra d’Ulivi, 2021). È laureato in lettere