Tra
pochi giorni sarà Natale, sarà una girandola di cibi, regali, giochi da tavola
e luci, tutte cose assolutamente superficiali. Purtroppo, abbiamo dimenticato
il vero senso del Natale, legato alla rinascita, un punto di rottura con il passato e un nuovo
inizio, rappresentato, cristianamente, dalla nascita del Bambin Gesù. Non ricordiamo più cosa significhi la tradizione dell’albero,
diventato solo una decorazione; sappiamo che, primi, alberi, non necessariamente pini o
abeti comparvero infatti, secondo l’Enciclopedia britannica, nelle piazze della
Germania medievale: erano l’albero del Paradiso terrestre nelle
rappresentazioni dedicate ad Adamo ed Eva e alla storia del mondo che si
svolgevano alla vigilia di Natale, addobbati perciò soprattutto con mele e
frutti. Da lì gli alberi si spostarono nelle case dei tedeschi, decorati con
dolci e poi con candele. Per secoli furono una tradizione solo tedesca,
allargata ad Austria e Svizzera e un poco alla volta alle corti europee. A
decretare il successo dell’immagine della famiglia riunita attorno all’albero
fu una illustrazione della regina Vittoria con tutta la famiglia reale pubblicata
da un giornale londinese nel 1848. La sovrana era figlia di una principessa
tedesca e il marito era un cugino che veniva dalla stessa famiglia di
Sassonia-Coburgo e dunque erano cresciuti entrambi nella tradizione dell’albero
decorato nella casa. A quanto pare fu da quel disegno su un giornale che tra i
britannici si diffuse l’uso di addobbare un albero in casa. Ho voluto ricordare
le origini di queste tradizioni perché, è necessario che il Natale, anche per
noi ragazzi, torni a significare il rinascere, lo stare in famiglia e
scambiarsi l’affetto, non solo in quel giorno, ma per trecentosessantacinque
giorni l’anno. Con questa idea del Natale vogliamo augurarvi buone feste e
felice anno nuovo.
Brocchetta
Gwein Rebecca
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