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lunedì 1 maggio 2023

IL POETA ANTONIO FRANCESCO PEROZZI SI RACCONTA (2° parte)


Vanessa Policardo e Chiara Taurelli del Laboratorio di Poesia con questa seconda intervista ad Antonio

Francesco Perozzi, aggiungono dei tasselli importanti sulla personalità del giovane poeta, protagonista, lo scorso

17 aprile, del terzo incontro della rassegna promossa dalla nostra scuola, “4 incontri tra oralità e scrittura ~

esempi di giovane poesia contemporanea”.

 

D: È stato un evento in particolare per cui hai iniziato a scrivere, oppure c’è stato qualcosa che ti ha influenzato,

qualcuno da cui hai tratto ispirazione?

R: Sicuramente posso citare la mia professoressa delle superiori che mi ha mostrato, prima ancora di un modo

per scrivere, un modo di studiare, di approcciarsi alla poesia, alla letteratura in generale, cosa che mi ha

sconvolto.

Io ho fatto lo scientifico per non studiare italiano, cioè, alle medie, odiavo studiare italiano, e questo fino al terzo

superiore. Poi a un certo punto, questa professoressa ha aperto qualcosa, quindi sì, questo evento, forse, è quello

scatenante.

D: Per creare le tue poesie hai bisogno di un posto specifico, oppure in qualsiasi momento riesci a dar vita alla

tua creatività?

D: Allora, bella domanda… qualsiasi momento, qualsiasi posto possono innescare qualcosa, poi, servono gli

spazi di meditazione, forse sì, ognuno ha i propri, io ad esempio ho un giardino grandicello e quindi mi piace

anche stare lì; il giardino mi dà tanto, e poi ho le tartarughe… quindi può avvenire in qualsiasi momento, infatti

ho degli appunti anche sul telefono, oppure ho un taccuino, però poi servono rielaborazioni, magari con più

calma.

D: Prima di trovare il tuo stile di poesia, hai provato a scrivere in altri modi, oppure sei sempre stato impostato

su quello stile?

D: No no, il mio modo di scrivere è cambiato e continua a cambiare; ho iniziato con la narrativa in realtà, quindi

con la prosa, con i racconti; il mio primo libro è un romanzo, poi sono passato alla poesia, già questo è un

cambio radicale, poi dentro la poesia, faccio cose molto diverse: in poesia, ho questi due libri, questi testi inediti,

che sono tre cose completamente diverse; e poi ho altri progetti. Quindi, cambia molto, per necessità, anche per

desiderio, cioè, mi piace che cambi.

D: Avendo letto le poesie, sia in classe che al corso, abbiamo notato il linguaggio deciso che viene usato, quindi ti

chiediamo: quanto tempo, più o meno ti prende scrivere una poesia?

D: È molto vario il discorso, perché dipende anche da cosa stai facendo; faccio un esempio radicale: ho

quest’altro progetto, che si chiama “spore”, sono testi costruiti, montando testi già esistenti, cartelli stradali,

libri…, questi sono molto veloci ad esempio, li crei e li hai fatti sul momento. Quando invece servono

dimensioni più artigianali, la scrittura di un testo può richiedere anche molto tempo. Però questo aspetto è molto

vario, la poesia “Passeggiata + internet”, per esempio, è nata e finita nello stesso giorno, invece altre me le porto

dietro per mesi, se non per anni, e ci ritorno spesso.

Noi: Grazie

Lui: A voi!

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