Pagine

giovedì 28 maggio 2020

la storia

Quest’anno è stato particolare, diverso, ambiguo e strano. Siamo stati tutti catapultati in una nuova dimensione, senza il nostro consenso o consapevolezza. Ormai da svariati mesi stiamo affrontando una realtà distante dalla monotonia quotidiana. Le nostre azioni, giornate, passatempi sono cambiati drasticamente. Costretti a rimanere tra le mura di casa e a non avere un rapporto o dialogo concreto con gli altri. La scuola, quindi, ha agito autonomamente, sviluppando inattesi mezzi di comunicazione per proseguire le lezioni a distanza. Le piattaforme adottate, ma soprattutto le varie strategie attivate si incentrano sull’importanza della scuola, anche durante questi gravi avvenimenti. Abbiamo avuto la possibilità di fare le lezioni online, con le videoconferenze, di inviare i compiti e di poter vedere i nostri insegnanti e compagni di classe tramite uno schermo.  Le nostre solite sveglie alle sei del mattino, l’ansia di arrivare tardi a scuola, incontrare i nostri amici, essere interrogati alla lavagna, andare in palestra a giocare a pallavolo, la felicità provata quando manca un docente, camminare lungo i corridoi … sono eventi distanti e, oggi,astratti. Adesso, invece, ci siamo dovuti adattare ed abituare alla “visione tecnologica” delle persone che abbiamo conosciuto nella sede scolastica e con cui stiamo fronteggiando questa esperienza. I professori ci inoltrano gli avvisi e i compiti attraverso dei messaggi e le interrogazioni e le verifiche si effettuano online. La tecnologia, negli ultimi decenni, è un mezzo rilevante ed importante ed è stata utile durante le circostanze attuali.  La scuola ha subito una metamorfosi. La visione reale, che si realizza solitamente all’istante con i nostri occhi in aula, adesso è diventata superflua. Invece di osservare chiaramente i professori, ora li vediamo con le varie interruzioni causate dalle problematiche legate alla connessione internet. Inoltre, dobbiamo subire molte ore dinanzi ad uno schermo e ciò nuoce alla nostra vista, provocando conseguenze.  I criteri di valutazione si basano principalmente sulla nostra partecipazione, sui compiti che svolgiamo da soli ed inviamo, sulle interrogazioni online ( sicuramente diverse e più critiche ). È subentrato un nuovo modo di giudicare la nostra interazione: prima ad esempio venivamo valutati per ogni cosa, ora invece una delle cose più importanti è se frequentiamo o no le lezioni a distanza.                         
Io, durante questo frangente, mi sono sentita assalita dalle mille insicurezze e ansie per la scuola. Ho continuato ad impegnarmi, come ho sempre fatto perché secondo me l’apprendimento è essenziale nella vita, ho svolto tutti i compiti e sono stata sui libri ogni giorno a tutte le ore. Ho perso poche lezioni e non ho preso dei brutti voti. Ma, nonostante ciò, col passare del tempo, mi sono stancata sempre di più e ora non vedo l’ora che quest’anno finisca. Alcuni prof ci hanno aiutato e hanno compreso che non stiamo affrontando un bel periodo, altri invece di meno. Inoltre i compiti sono aumentati e con essi anche le ore con il cellulare per presentarsi alla video lezione, per inviare i compiti online o per fare gli elaborati e i progetti sul computer. Io, in  generale, sono una persona che non trascorre molte ore con i mezzi tecnologici quindi, mi sono ritrovata spesso con il mal di testa o con il dolore agli occhi. Però, a parte questi avvenimenti, a parer mio, la scuola online è più facile e semplificata. Invece di sei o sette ore di lezione, ne facciamo quattro. Alcuni giorni cominciamo alle nove del mattino, quindi possiamo svegliarci più tardi del solito. In più ognuno si trova nella propria casa, quindi si crea un’aria più espansiva. Possiamo osservare le stanze dei nostri amici e ci capita di sentire le voci dei familiari dei nostri compagni o di dover interrompere per qualche secondo la lezione perché la prof è stata chiamata dai figli o deve sbrigare un problema. Quindi, le lezioni, sotto questo punto di vista, sono più reali e aperte.                                                      
  Durante questi mesi, le insegnanti hanno continuato a spiegare i vari argomenti del secondo anno e ho appreso nozioni nuove, arricchendo la mia cultura e conoscenza. Ho scoperto cosa sono le caste e come viene suddivisa la popolazione indiana. Quanto fosse crudele l’imperatore Nerone. Ho affrontato un altro anno senza avere insufficienze o difficoltà in matematica, alle medie invece ero sempre sotto il cinque. Ho ampliato il mio vocabolario di inglese e francese ma devo per forza migliorare la mia pronuncia, a volte orrida. Ho conosciuto maggiormente Gandhi e Mandela, due grandi protagonisti della storia contemporanea. Ho sviluppato i miei pensieri sui compiti scritti e argomentativi. E tante altre cose che sono risultate utili ed efficienti.                                                      Ho sentito la mancanza della mia compagna di banco, della felicità e serenità dopo un’interrogazione, mi è mancato uscire dall’aula, insieme alle mie amiche, e aspettare l’arrivo dell’insegnante. Parlare a bassa voce e ridere, senza farsi sentire, durante la lezione. Incontrare le mie amiche alle sette e cinquanta del mattino allo stradone, il nostro solito posto. Quest’anno è, ormai, giunto al termine e il prossimo ricominceremo, forse, in modo simile, con la didattica a distanza e con le lezioni a scuola. I mezzi di confronto saranno i soliti, ma dovremmo continuare ad indossare le mascherine e a rispettare le regole. Chissà se utilizzeremo nuovi strumenti per la scuola. Forse potremmo fare lezione in aula lim, in palestra o nei laboratori, cosi persisterà la distanza.                                                                              
 Però, quando ritorneremo realmente alla nostra quotidianità? Quando smetteremo di essere coperti (dalle mascherine) e quando potremmo esternare le nostre emozioni ed espressioni, senza nasconderci? Non ci resta che sperare in un futuro migliore. Presto riprenderemo in mano le nostre vite, i nostri obiettivi e affronteremo nuove esperienze, nuove relazioni, scopriremo nuove cose e supereremo le nostre paure e, sicuramente, sarà tutto più bello e umano.        

 LORENA PASCALI, CLASSE 2AT.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.