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giovedì 28 gennaio 2021

La rubrica di Alessandro

 

 La Candelora

A cura di Alessandro Iodice

Alessandro

In Umbria e luoghi limitrofi si usa un proverbio molto antico che dice: 

"La Madonna Candelora dell'inverno semo fora, ma se piove o tira vento nell'inverno semo drento".

La parola Candelora deriva dal latino festa candelarum e va messa in relazione con l'usanza di benedire le candele, prima di accenderle e portarle nella processione. I ceri vengono conservati nelle abitazioni dei fedeli per essere riutilizzati, come accadeva in passato, per ingraziarsi le divinità pagane, durante calamità meteorologiche, oppure nell'assistenza di una persona gravemente malata, o nel caso di epidemie, o nell'attesa del ritorno di qualcuno momentaneamente assente, o infine, come accade attualmente, in segno di devozione cristiana. Anticamente, i seguaci dei riti magici, nel giorno della Candelora verificavano se una persona era colpita da malocchio seguendo queste modalità: immergevano tre capelli dell'interessato in una bacinella d'acqua seguiti da tre gocce di olio, precedentemente messo a contatto col dito dell'individuo.

Alessandro

A questo punto, secondo i seguaci della magia, se le gocce restavano intere e collocate nel centro della bacinella, il soggetto non era stato affetto da malocchio, in tutti gli altri casi invece sì. In molte culture esistono tradizioni che attribuiscono al 2 febbraio, giorno della Candelora e della "Purificazione, detto anche "giornata delle Cere", una capacità di prevedere la fine dell'inverno, come nel caso del Giorno della marmotta negli Stati Uniti e nel Canada. Il 2 febbraio è oggetto di numerosi proverbi dialettali meteorologici, anche in contrasto fra loro.




 



 

 





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