L'adolescenza è la fase che segna il passaggio dall'infanzia all'età
adulta; in tale periodo l'adolescente rivive la fragilità del bambino
piccolo, è estremamente sensibile agli sguardi che riceve e ai discorsi
che lo riguardano.
E' molto suscettibile quando si parla di lui, tende a chiudersi in sè
stesso, in un mondo tutto suo, tanto che risulta difficile per l'adulto,
sia genitore, educatore o insegnante, affacciarsi alla "porta" di quel
mondo per colloquiare con l'adolescente.
In questo periodo, che va dai 12 anni ai 18 anni, caratterizzato spesso
da una bassa autostima, troviamo ragazzi che, pur dimostrando di
possedere buone capacità scolastiche, interessi culturali e sociali,
manifestano comunque difficoltà a credere nelle loro capacità, anche se
queste vengono confermate dai genitori, dagli amici e dagli
insegnanti/educatori. E' quindi doveroso cercare di capire dove nasce,
dove trova terreno fertile, la difficoltà ad avere una buona stima di sé
e perché risulta così difficile affermarla, consolidarla e tenersela
stretta.
Il periodo adolescenziale è caratterizzato dalla tensione fra identità e
dispersione di identità, che si riassume bene in questo detto citato da
Erikson: " non sono quello che dovevo essere, non sono quello che sto
per essere, ma non sono neppure quello che ero".
L'adolescenza è un periodo di grandi contraddizioni, caratterizzata da
una forte instabilità emotiva e da scarso riconoscimento di sé.
I ragazzi devono fare i conti con il proprio corpo e la sua
trasformazione, non ci sono certezze ma solo dubbi su chi sono e dove
vogliono andare. Allo stesso tempo è un momento di grande scoperta di sé
stessi, cosa apprezzano, cosa li interessa, cosa li emoziona. Non è
vero neppure che i ragazzi a questa età sono privi di sentimenti ma
semplicemente sentono la difficoltà di affacciarsi ad un mondo nuovo,
sconosciuto, che non sanno se li accoglierà e come.
Un aspetto importante è sentire di appartenere ad un gruppo di pari a
cui far riferimento ma che spesso tende ad emarginare chi non si adatta
alle sue regole di comportamento. Essere riconosciuto come appartenente
ad un gruppo sociale, essere riconosciuto come persona è fondamentale
per la propria realizzazione, per riuscire a diventare un adulto capace
di misurarsi con se stesso e con gli altri.
In questa fase il ruolo della famiglia da una parte e ciò che sta fuori diventa determinante per la propria realizzazione.
Tutto questo e molto di più vivono i ragazzi che si affacciano alla fase
adolescenziale, fase influenzata da ciò che è stato vissuto
nell'infanzia, dal rapporto instaurato con la propria madre, con il
padre e con tutte le figure di riferimento che lo hanno accompagnato
nella scoperta della vita e del suo mistero.
Chi può dire con certezza che un bambino/a a cui è stata data la
possibilità di vivere in un buon ambiente familiare, che sia stato
stimolato alla crescita, che sia stato amato sarà poi in futuro un
adulto sicuro di sè, capace di prendere decisioni serenamente, capace di
rispettare se stesso e gli altri, capace di vivere le sue
contraddizioni e le sue difficoltà in modo giusto e che sappia
rapportarsi al mondo esterno e al proprio mondo interiore con amore e
gioia? Chi ci dice che un bambino amato sia domani un adulto/genitore
capace di amare perché lo ha ricevuto in dono?
Ciò che è importante è come i ragazzi riescono a vivere il momento del
distacco dalla famiglia, dagli affetti familiari, dalle figure
genitoriali perché possano sentirsi in prima persona coinvolti nella
propria vita, consapevoli che le scelte dipendono dalla loro capacità di
vedere le possibilità che gli sono offerte, perchè sappiano guardarsi
intorno e diventino gli attori principali della propria vita.
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