Pagine

domenica 30 maggio 2021

Cinema per resistere : "Roma città aperta"


Film principe del neorealismo e capolavoro di Roberto Rossellini, Roma città aperta

racconta, a soli due anni dall’effettiva Liberazione d’Italia, la speranza di un popolo e la

conseguente distruzione, causata da un essere superiore e ben più potente. Non si tratta

di Dio, che in questa pellicola sarà comunque molto presente, ma della guerra.

Siamo nella Capitale, l’ingegner Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero) è un uomo

importante della Resistenza e per questo altamente ricercato. Per fuggire dalle guardie

naziste, cerca l’aiuto di Francesco (Francesco Grandjacquet), un tipografo antifascista che

lo ospiterà nella sua casa, dove verrà accolto da Pina (Anna Magnani), sua moglie, e da

Lauretta (Carla Rovere), sorella di Pina. Quest’ultima è amica e collega di Marina (Maria

Michi), compagna dell’“ingegnere” e punto cardine della storia, in attesa di un altro

componente fondamentale, Don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi), il parroco locale.

L’ambizione della libertà in una situazione di quasi completa impotenza è il motore dei

nostri protagonisti, che non possono esser aiutati da nessuno se non da loro stessi. La

figura delle guardie italiane, coloro a cui ogni persona dovrebbe aggrapparsi per ottenere

protezione, viene utilizzata come linea “comica” del film; tutto il resto, ciò che

concretamente potrebbe aiutare il popolo, è visto come un miraggio, qualcosa di lontano.

Ciò che rimane è il puro spirito di sopravvivenza e la speranza, una speranza dettata

dall’intervento dell’uomo e non da quello divino. Neanche la fede può più aiutare,

anch’essa piegata e plasmata dai metodi dell’epoca, ovvero agire guidati dal fuoco e non

dal perdono. Tutto questo provocherà un gran senso di colpa, specialmente nella figura più

vicina a quei ideali, ovvero il parroco.

La successione degli eventi è scandita dalle guerre interiori dei protagonisti e dalla ferocia

dei nazisti che avranno il sangue freddo di uccidere una donna incinta, inoffensiva,

colpevole solo di aver tentato d’impedire la cattura del marito in una delle scene più

iconiche del film e del neorealismo in generale, nonché una delle pochissime sequenze

movimentate dal punto di vista registico. Un po’ per il periodo storico, un po’ per il periodo

artistico, Rossellini non sceglie di decorare la pellicola con particolari inquadrature o guizzi

creativi, bensì antepone l’etica all’estetica raccontando la maggior parte delle scene di

suspense con una calma e diplomazia poi smarrite nel cinema contemporaneo. L’esempio

più indicativo lo si ha durante la cattura di Manfredi e del Don, causata dalla

tossicodipendenza di Marina.

Siamo accompagnati da discorsi strategici conditi da elementi morali, bicchieri di vino e

relax mentre vengono attuate le peggiori torture, ed è qui che perirà l’uomo della

Resistenza, rappresentante del coraggio e dell’intraprendenza, ed è da lì a poco che verrà

ucciso anche il parroco, in una delle scene madri dell’intero film.

In mezzo a un campo militare tedesco, Don Pietro verrà fucilato, sotto gli occhi dei bambini


che dopo l’esecuzione, si avventureranno verso Roma, il tutto rappresentato attraverso

inquadrature che suggeriscono molteplici informazioni.

Con la morte di Don Pietro muore la speranza, un attimo prima fatta riaffiorare dal fischio

dei bambini, i quali erediteranno la causa e rappresenteranno il futuro di Roma, una città

aperta, ovvero senza difese, facilmente succube e con l’unico desiderio di esser libera

dall’orrore della guerra.

SCHEDA TECNICA

Lingua originale: italiano, tedesco

Paese di produzione: Italia

Anno: 1945

Durata: 100 min

Dati tecnici: B/N

rapporto: 1,37:1

Genere: drammatico, guerra

Regia: Roberto Rossellini

Soggetto: Sergio Amidei, Alberto Consiglio

Sceneggiatura: Sergio Amidei, Federico Fellini, Ferruccio Disnan, Celeste Negarville,

Roberto Rossellini

Produttore: Ferruccio De Martino

Casa di produzione: Excelsa Film

Distribuzione in italiano: Minerva Film

Fotografia: Ubaldo Arata

Montaggio: Eraldo Da Roma

Effetti speciali: Luca Morini

Musiche: Renzo Rossellini, dirette da Luigi Ricci

Scenografia: Rosario Megna

Interpreti e personaggi

Anna Magnani: Pina

Aldo Fabrizi: Don Pietro Pellegrini

Marcello Pagliero: Luigi Ferraris, alias ingegnere Giorgio Manfredi

Maria Michi: Marina Mari

Carla Rovere: Lauretta

Francesco Grandjacquet: Francesco

Giovanna Galletti: Ingrid

Harry Feist: maggiore Fritz Bergmann

Vito Annichiarico: Marcello

Nando Bruno: Agostino, alias Purgatorio, il sagrestano

Turi Pandolfini: il nonno

Eduardo Passarelli: brigadiere metropolitano

Amalia Pellegrini: Nannina

Carlo Sindici: il questore

Alberto Tavazzi: prete confessore


Ákos Tolnay: disertore austriaco

Joop van Hulzen: capitano Hartmann

Doppiatori originali

Lauro Gazzolo: Luigi Ferraris, alias ingegnere Giorgio Manfredi

Rosetta Calavetta: Lauretta

Gualtiero De Angelis: Francesco

Roswita Schmidt: Ingrid

Giulio Panicali: maggiore Fritz Bergmann

Ferruccio Amendola: Marcello


Recensione di Francesco Gentile, V AT

Scheda tecnica a cura di Leonardo Ragazzini, V AT

Correzione di bozze a cura di Flavio Trabelsi, V AT

giovedì 27 maggio 2021

 


Il nostro Istituto ha raggiunto un altro grande traguardo, è stato premiato per i suoi venti anni di presenza sul territorio come CENTRO ESAMI TRINITY-6113! Dalla nascita del Progetto Lingue 2000, dall’anno scolastico 1999-2000 le docenti di Lingua Inglese  Lucia Carlino, Renata Coppola e Silvana Albani si sono adoperate per la preparazione degli studenti per il conseguimento della certificazione Trinity non solo ai propri studenti ma aprendo le porte della scuola al territorio ed a studenti esterni, con tenacia ed instancabile impegno hanno sempre creduto fermamente nell’importanza delle Certificazioni Linguistiche non come fine ma come strumento per il potenziamento della competenze comunicative… un passepartout per il mondo accademico e  passaporto per l’Europa!

La celebrazione del ventennale ha visto la presenza dell’Ispettore Raffaele Sanzo e dell’allora Ministro dell’Istruzione Luigi  Berlinguer che diedero l’Incipit al Progetto Lingue 2000, e che hanno creduto nella forza della lingua Inglese quale lingua veicolare e strumento di comunicazione fra i popoli, hanno ribadito infatti  che conoscere e possedere le comunicative skills è un arricchimento per i giovani  ormai cittadini europei, il Trinity ed altri enti certificatori “ci portano in Europa e portano l’Europa da noi”.

Questa è anche la mission di tutti i docenti di Lingue della Loi che mettendosi in gioco ed investendo la propria professionalità offrono agli studenti la possibilità di certificare le proprie competenze linguistiche attraverso il Cambridge e Trinity per l’Inglese, il DELF per il Francese e il Dele-Cervantes per lo Spagnolo.

mercoledì 26 maggio 2021

Arriva l'estate


Tra pochi giorni finirà la scuola ed arriveranno le tanto attese vacanze estive e con esse. 
l’Italia aprirà le attività che a causa della pandemia che stiamo vivendo fin ora erano chiuse. Questo sicuramente mi permetterà di realizzare qualche piccolo progettino fatto con alcuni dei miei compagni di classe. Andremo al mare, a giocare a tennis, a farci qualche passeggiata e perché no anche qualche cenetta in una bella pizzeria! Tutto questo andrà fatto seguendo sempre le stesse regole, che ormai fanno parte della nostra quotidianità da quasi un anno e mezzo..ossia indossare la mascherina, mantenere il distanziamento, evitare assembramenti..già perché in nostro nemico “COVID” trascorrerà sicuramente anch’esso le sue vacanze pronto a mietere altri contagi. Quindi bisognerà stare sempre attentissimi.

Questo non mi impedirà di trascorrere del tempo all’aria aperta con i miei amici e con la mia famiglia, ma la cosa più importante che mi auguro è quella di divertirmi con quel po' che potrò fare e sono sicuro che sarà così.

Valerio Casertano 3 CAT

Santa Rita da Cascia

 


di Alessandro Iodice

 

Santa Rita da Cascia è una delle figure più importanti per i cristiani di tutto il mondo. Rita nacque a Roccaporena, in Umbria vicino Cascia nel 1381. A 14 si sposò con Paolo Mancini, che era un uomo molto violento e rissoso. Rita riuscì con molta calma a convertirlo. Dalla loro unione nacquero due figli: Giangiacomo e Paolo Maria, che educarono secondo sani principi. Dopo qualche anno Rita dovette affrontare la prima prova difficile della sua vita, la perdita di suo marito, ucciso da alcuni suoi compagni, mentre stava tornando a casa. Rita perdonò gli assassini di suo marito grazie alla sua fede in Dio e alla preghiera. Nel giro di qualche anno i figli morirono di malattia, ma Rita pensò che Dio li avesse condotti a sé ascoltando le sue preghiere. Rita, a 36 anni, rimasta sola lasciò Roccaporena. Si affidò intensamente alla preghiera, e una notte sognò San Giovanni Battista, lo seguì e si trovò ad un passo dal cielo stellato e molto vicino al signore. Ringraziò il Signore e si ritrovò inspiegabilmente all’interno del monastero di Cascia. Le consorelle, dopo aver ascoltato il racconto di Rita, l’accolsero assecondando la volontà di Dio. Dopo aver passato 40 anni in convento, Rita si ammalò e chiese ad una sua cugina di avere una rosa della sua casa natia. Anche se era inverno, la giovane andò nella casa dei genitori di Rita. Nonostante il freddo, trovò la rosa e la portò alla malata. Rita morì il 22 maggio 1457. Si dice che, quando la santa interceda per un miracolo, il suo corpo emani un forte profumo di rosa.

L' Amicizia

 



Di Eleonora Piacentini

L'amicizia è uno dei beni più preziosi che la vita ci possa offrire, non esiste una vita più arida di quella senza amicizia. Questa forma di amore ci permette di ripartire i dolori, ma anche di moltiplicare le gioie. Un vero amico è colui che ti sostiene nei momenti difficili, un vero amico conosce la tua anima e nonostante le imperfezioni ti permette di crescere e di migliorare incessantemente. L'amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere, perché dà ricchezza, complicità, emozioni. Un amico si sceglie, forse anche da un semplice sguardo che permette di costruire un'intimità e che le altre persone non possono comprendere. L'amicizia vera si costruisce passo dopo passo, camminando l'uno accanto all'altro pur percorrendo strade differenti.

"Papà mi diceva, "Per capire chi è un buon amico, organizza una festa
Fai una festa bellissima, prendi buone birre e dei vini sopra i 13
Prendi del buon cibo, e che la musica di sottofondo
Sia bella e che possa accogliere tutti
Mettila alta da poter far dire 'Bellissimo sto pezzo! Che gruppo è?'
Ma non troppo alta, lascia che i vostri dialoghi
Non vengano coperti dagli assoli"
"Invita amici", mi diceva, "Invitane tanti
Invita tutti gli amici che conosci
E poi, finita la festa, lascia che ognuno prenda la via che preferisce
Non forzare mai nessuno a rimanere, non convincere
Non prolungare mai la festa
Che le feste hanno origini più antiche di noi
Sanno loro quando finire
Tu saluta e augura la buonanotte a tutti
E osserva, osserva bene chi di sua volontà resta ad aiutarti
Chi ti aiuterà a lavare i piatti
Chi ti aiuterà a rimettere a posto, a sistemare le cose
Questi saranno i tuoi buoni amici
Quelli che non ti staranno accanto
Quando la musica e il vino gioiranno con le tue buone lune
Questi sono i buoni amici, quelli che rimarranno
Anche quando la tua vita avrà da offrire solo briciole e disordine"
"E alla fine di tutto", mi diceva papà
"Ricorda, alla fine di ogni bellissima festa
Alla fine di ogni momento epico
Di ogni grande successo e di ogni impresa riuscita
Vedrai che accanto a te resteranno sempre pochissime persone
Ma quelle pochissime, ricordalo sempre
Valgono tutto"
                                                                 - Gio Evan

martedì 25 maggio 2021

Laboratorio di Pittura "Un castello tra le nuvole"

Nelle foto  ecco il nostro laboratorio di pittura dei nostri ragazzi speciali.


il progetto "Un castello tra le nuvole" è nato con l’intento di coniugare la pittura al piacere di stare assieme, per far emergere la sensibilità dei partecipanti attraverso i colori ed il pennello, ed ha così permesso a persone con abilità differenti di esprimere le proprie sensazioni, emozioni e fantasie nella massima libertà espressiva.

Mario Delicati, pittore autodidatta di Nettuno, premiato con targa d’oro con il PREMIO SPECIALE nel mese di luglio 2009 alla mostra ROMA-CAIRO (COLORI E PROFUMI) con altri 32 artisti di un certo livello internazionale ha offerto il suo contributo, la sua esperienza e le sue conoscenze a titolo gratuito per i ragazzi con disabilità psicomotorie.


Con queste attività ci si propone di incrementare le capacità manuali e senso-percettive favorendo lo sviluppo della creatività e del pensiero divergente in un contesto educativo sereno e stimolante, dove sia possibile mettere in atto le proprie abilità e rievocare esperienze attraverso i vari linguaggi espressivi.

La pittura può divenire per chiunque e per i ragazzi disabili in particolare un importante veicolo di espressione della fantasia, per questo occorre stimolarne la creatività attraverso la conoscenza e l’utilizzo dei diversi materiali, tecniche e strumenti.

lunedì 24 maggio 2021

Autismo, parola d'ordine: sensibilizzare

 Di Eleonora Piacentini




Il disturbo dello spettro autistico è complesso e può presentare la ripetizione di determinati comportamenti, una fascia di interessi ristretta ed è caratterizzato da un deficit della comunicazione verbale e non verbale che comporta la compromissione  dell'interazione sociale. I primi segni riguardanti l'autismo si possono notare,  generalmente, nei primi due anni di vita del bambino. Attualmente sono ancora sconosciute le cause di tale disturbo. 

Il 2 Aprile di ogni anno si celebra la "Giornata mondiale di consapevolezza sull'Autismo". Questo giorno viene riconosciuto a livello internazionale da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, per sensibilizzare la popolazione di tutto il mondo nei confronti delle persone affette da autismo.  

In questa giornata l'ONU riunisce tutte le associazioni che riflettono una maggiore sensibilità nei confronti di queste persone, per collaborare in  un'attività di ricerca, trattamento e accettazione generale nei confronti  delle persone affette da questo disturbo neurologico. 

Per questa occasione, dalla sera del 1 aprile fino all'alba del 2 aprile, la facciata di Palazzo Chigi si illumina di luci blu, grazie alla  collaborazione gratuita dell'Enel S.p.a per ricordare l'importanza di tale  giornata. 

Anche il nostro istituto ha aderito alla Giornata Mondiale della Consapevolezza dell'Autismo ed ha attuato un Flash Mob, che si è  e tenuto l'8 aprile nel viale dell'ingresso dell'istituto.

DDL ZAN




  Di Eleonora Piacentini


Lo scorso 5 novembre è giunto al senato il ddl Zan, subito assegnato alla commissione Giustizia di palazzo Madama. ma da qual momento non si sono fatti  passi avanti. Dopo diversi tentennamenti, l'avvio dei lavori è iniziato ma sembra andare avanti con molta lentezza Il testo è stato  messo in discussione dopo il discorso effettuato dal rapper Fedez lo scorso 1°  maggio, che ha criticato alcune parti politiche  per aver assunto posizioni  omofobe e ostruzioniste. Tale legge è attesa da ben 24 anni, perché  consentirebbe oltre uno stop alle discriminazioni, ma anche l'apertura di case  rifugio per le vittime di odio omofobo.  

Al seguito alla discussione sulla legge Zan viene sancita la Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, che si svolge il 17  maggio , per promuovere la cultura del rispetto, le discriminazioni, la contrastazione dei pregiudizi e le violenze riguardanti l'orientamento sessuale e  l'identità di genere.  

Il testo prevede a colui che istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati sul sesso, genere, identità di genere, disabilità o orientamento sessuale,  una multa fino a 6mila euro o una reclusione fino a 18 mesi. Sulle stesse basi è  prevista invece una reclusione dai 6 mesi ai 4 anni per chi commette o istiga a  commettere atti di violenza, partecipando ad organizzazioni che hanno proprio  come scopo l'incitamento alla violenza o alla discriminazione.

23 maggio 2021. Quattordici vite si spengono in una tragedia.





Di Giulia Viggiani

Sono sempre io a scrivere, avendo scritto già un articolo sulla tragedia della funivia di Cermis, perché mi domando come sia ancora  possibile morire così, come sia possibile che 14 vite oggi non ci siano più, come sia possibile che un bambino di 5 anni si ritrovi senza genitori.. siamo nel 2021 e ancora accadono tragedie del genere. 

Tragedie del genere, purtroppo accadono spesso, ma c’è bisogno di sollecitare dicendo che servono più controlli... i freni vanno controllati OGNI volta che parte una cabina.. non solo all’inizio o alla fine della giornata! 

Doveva essere una giornata qualsiasi per quelle povere vittime, per quella delle loro famiglie che sono costrette a vivere con questo peso e con questo dolore. Purtroppo la vita a volte sa essere molto dura, c’è bisogno che non si sottovaluti mai nulla, che non si pensi solo a far partire più cabine ma piuttosto a controllarle SEMPRE, anche se oggigiorno, queste tragedie accadono sempre più spesso, tra le mura di casa, incidenti domestici, incidenti stradali accadono silenziosamente portando via vite e affetti alle persone care.

domenica 23 maggio 2021

La "Loi" non dimentica.

 


La nostra scuola ha ospitato nelle scorse settimane la criminologa Flavia Fiumara che ha approfondito in un dibattito con gli alunni  le "vicende” di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di Emanuela Loi, che aveva solo ventiquattro anni quando è morta per difendere lo Stato, nell’attentato al giudice Paolo Borsellino in via D'Amelio.

Siamo orgogliosi che il nostro Istituto Scolastico sia legato al nome di Emanuela Loi ed all’esempio di coloro che hanno speso la loro vita fino all’estremo sacrificio per la lotta alle mafie.

Continueremo nei nostri percorsi educativi e civili ad elaborare azioni di contrasto non violento, valorizzare le buone prassi, le esperienze maturate in tema di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia e solidarietà.  L’I.T.E.T. “Emanuela Loi” dovrà diventare, ancora di più, luogo simbolico della lotta alla malavita organizzata.



I disegni sono di Licia Occhiodoro e Martina Screti.

venerdì 21 maggio 2021

"Cinema per resistere" -"Una questione privata"


 

 

Urla disperate, esplosioni, armi assordanti, campi di battaglia ricolmi di sangue è tutto ciò che non troverete all’interno di Una Questione Privata, bensì, sarete tormentati da un vento gelido e disorientati da una nebbia fittissima. 

 

Un magistrale Luca Marinelli è Milton, un partigiano alla ricerca di Giorgio (Lorenzo Richelmy), anche lui partigiano e amico fraterno con cui ha condiviso del tempo in una villa di campagna, in compagnia di Fulvia (Valentina Bellè) e la Custode (Anna Ferruzzo).

 

L’atmosfera è ciò che porta avanti il film: il freddo dei colori, nei volti di ogni persona inquadrata, l’astrattismo che pervade ogni sequenza. Niente è esplicito, ogni singolo messaggio va cercato, carpito da ogni dialogo, movimento di macchina o gestualità dei personaggi in un quadro generale che rappresenta la cronaca di un uomo che cerca ciò che la guerra gli ha sottratto, ciò a cui ha donato quelle emozioni che non fuoriescono e che da tutto son rappresentate tranne che dal suo stesso essere. Lo spettatore non è solo osservatore privilegiato, bensì è chiamato ad unire ogni pezzo di questo puzzle, a scendere in battaglia insieme al protagonista essendo addirittura meno esperti di lui e di tutti, a trovare ciò che rimane nell’anima della gente che popola un mondo divenuto vacuo. 

 

La guerra, quindi, è solamente un contesto per farci entrare nello spirito di quelle persone ed esplorare ciò che rimane della loro umanità, che siano partigiani o “scarafaggi neri”, profondamente mutati e sporcati dalle dinamiche che una condizione del genere obbliga a seguire. Certo, ci sono elogi all’intraprendenza e coraggio dei partigiani e disprezzo verso azioni deplorevoli dei fascisti ma sono solamente un contorno, il piatto principale è il sentimento. Incertezza, libertà, pazzia, ragione e amore; vento, nebbia, acqua e fronti bagnate.

 

Man mano che lo spettatore e il protagonista si troveranno a fronteggiare ognuno di questi elementi, il conflitto principale verrà meno e si sarà completamente ammaliati dalla forza del vento, dalla nebbia avvolgente e da ciò che i fratelli Taviani hanno creato, divenendo Una Questione Privata.

 

SCHEDA TECNICA

 

Paese di produzione: Italia

Anno: 2017

Durata: 84 min

Rapporto: 2,40:1

Genere: guerra, drammatico

Regia: Paolo e Vittorio Taviani

Soggetto: Beppe Fenoglio (romanzo)

Sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani

Distribuzione in italiano: 01 Distribution

Fotografia: Simone Zampagni

Montaggio: Roberto Perpignani

Effetti speciali: Tiberio Angeloni, Paolo Galiano

Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia

Scenografia: Emita Frigato

Costumi: Lina Nerli Taviani

Trucco: Dalia Colli

Interpreti e personaggi

Luca Marinelli: Milton

Valentina Bellè: Fulvia

Lorenzo Richelmy: Giorgio

Anna Ferruzzo: Custode

Marco Brinzi: Contadino

Francesco Turbanti: Cobra

Giulio Beranek: Ivan

Fabrizio Costella: Gilera

Lorenzo Demaria: Radiosa Aurora

Luca Cesa: Jack

Mauro Conte: Paco

Josafat Vagni: fascista

Andrea Di Maria: prigioniero fascista

Jacopo Olmo Antinori

Alessandro Sperduti

Tommaso Maria Neri: RIccio

Luca Balsamo: Partigiano

 

 

Recensione di Francesco Gentile, V AT

Scheda tecnica a cura di Leonardo Ragazzini, V AT

Correzione di bozze a cura di Flavio Trabelsi, V AT

 

sabato 15 maggio 2021

dalla Liberazione alla Repubblica: "Cinema per resistere" -"La Ciociara" di Vittorio De Sica


Abbandoniamo le armi e uniformi. Vittorio De Sica ci porta in mezzo alla classe popolare della Roma di fine guerra e ci fa sedere al loro tavolo, descrivendo perfettamente che aria si respirasse e soprattutto quali linee di pensiero vigessero. In una messa in scena che farebbe invidia a buona parte dei film contemporanei, esploriamo l’ignoranza e la manipolazione di un popolo ingenuo e indifeso e siamo testimoni delle azioni più barbare e primitive dell’uomo.

 

Cesira (Sofia Loren, che riceverà l’Oscar per questo ruolo), scappa da Roma a causa dei bombardamenti per tornare nella sua città natale assieme alla figlia Rosetta (Eleonora Brown). Dopo varie traversie riuscirà ad arrivare nel villaggio, dove verrà accolta dalla gente del luogo, compreso Michele (Jean-Paul Belmondo), personaggio importante della storia. Qui dovrà scontrarsi con tutte le dinamiche che la guerra avrà in serbo per lei, in attesa del rientro a Roma.

 

Il film inizia con un bombardamento. Fin da subito De Sica vuole mettere in guardia lo spettatore, renderlo consapevole di star entrando in un’atmosfera che richiede alta attenzione e nella quale i sospiri di sollievo non sono permessi, ma soprattutto, mette lo spettatore dalla parte del popolo, disperato e impaurito, messo sullo stesso piano delle macerie. Serve un protagonista forte e intraprendente per esser in grado di affrontare tutto questo, ed è qui che la pellicola afferma la sua posizione, non seguiamo dei soldati, dei partigiani, seguiamo l’avventura di una vedova, proprietaria di un negozietto, le cui uniche cose che possiede sono la figlia e l’indipendenza. Cesira è quasi indifferente verso ciò che le succede attorno, non prende mai una posizione precisa a meno che non riguardi strettamente sua figlia o qualcuno a lei cara, ed è quindi il personaggio perfetto per aiutarci ad osservare le diverse correnti di pensiero che si scontrano. 

 

Già durante il viaggio ma soprattutto una volta arrivati al villaggio notiamo una fedeltà egoista da parte del popolo. Cantano le canzoni e inneggiano al Duce, ma il vero vincitore della guerra non è di loro interesse. Il menefreghismo è ben espanso nelle menti di quei contadini e per questo vogliono solo metter fine alle proprie disgrazie, che corrono parallele rispetto a ciò che sta portando la guerra nelle grandi città. In tutto questo, bistrattano chi vuol guardare fuori dal proprio orticello, chi si preoccupa delle sorti di un’intera nazione, come Michele, che suo malgrado esprime concetti fin troppo fuori dalla portata dei suoi concittadini, in balia degli ideali fascisti. A lui si affezioneranno Cesira e Rosetta, non di certo per la condivisione degli ideali o per la grande apertura di pensiero ma quasi per pena, attirata dalla dolcezza di tutta quella tenacia quasi sprecata, ma comunque costante verso la propria famiglia.

 

Nel proprio corso narrativo, tutti questi concetti verranno ribaditi in sequenze fantastiche anche dal punto di vista della regia. La scenografia e disposizione dei personaggi è magistrale  per la cura del comparto tecnico, a partire dal cast fino alla gestione delle inquadrature e delle luci. La macchina da presa viene usata per trasmettere ancora di più ciò che essa stessa riprende all’interno del film: ciò che il cinema come arte espressiva deve fare. Diverse scene hanno un pathos aumentato grazie a raffinate scelte stilistiche, che riguardino la fotografia o la messa in scena dei personaggi. 

 

Queste caratteristiche si ritrovano nella sequenza che segna la svolta dell’intero film. Dopo aver vissuto e affrontato tutto ciò che la guerra ha posto dinnanzi al popolo italiano, Cesira e Rosetta dovranno fronteggiare qualcosa di ancora peggiore. La politica sparisce e rimane soltanto la guerra o meglio il dominio, intesi come parte integrante della natura dell’uomo. L’insieme di questi due fattori scoppia all’interno di un luogo sacro, una Chiesa – nel mirino della critica del regista – in cui la donna e la bambina, saranno vittime della violenza più grave che potessero subire, in un episodio che richiama appieno le marocchinate. Il silenzio avvolgerà gran parte dei minuti post atto e saranno seguiti soltanto da disperazione. Questa sequenza è l’ultima rappresentazione di un concetto che viene suggerito per l’intera durata della pellicola, in quel mondo, non è permesso non aver paura.

 

Rosetta, profondamente provata, tenterà di allontanarsi dalla madre, la quale nonostante tutto ha tentato di rimaner forte e determinata per poter continuare a prendersi cura della figlia, ma al minimo accenno di quell’allontanamento, dovrà riportare la figlia con i piedi per terra dandole la notizia di una morte dolente quanto già prevista. Cesira riavvicinerà sua figlia grazie alla disperazione e alla condivisione di essa mettendo fine al film.

 

La guerra è infinita per chi è senza potere.

 

 

SCHEDA TECNICA

 

Paese di produzione: Italia, Francia

Anno: 1960

Durata: 100 min

Dati tecnici: B/N

rapporto: 1,85:1

Genere: drammatico, guerra

Regia: Vittorio De Sica

Soggetto: dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia

Sceneggiatura: Cesare Zavattini

Produttore: Carlo Ponti

Casa di produzione Compagnia Cinematografica Champion, Les Films Marceau, Cocinor,

Société Générale de Cinématographie

Distribuzione in italiano: Titanus

Fotografia: Gábor Pogány

Montaggio: Adriana Novelli

Effetti speciali: Serse Urbisaglia

Musiche: Armando Trovajoli

Scenografia: Gastone Medin

Trucco: Giuseppe Annunziata

Interpreti e personaggi

Sophia Loren: Cesira

Jean-Paul Belmondo: Michele

Eleonora Brown: Rosetta

Carlo Ninchi: Filippo, il padre di Michele

Raf Vallone: Giovanni

Emma Baron: Maria

Andrea Checchi: il federale

Pupella Maggio: una contadina

Bruna Cealti: una sfollata

Antonella Della Porta: la madre impazzita

Franco Balducci: il tedesco nel pagliaio

Luciano Pigozzi: scimmione

Vincenzo Musolino: il piccolo

Ettore Mattia: il passeggero sul treno

Renato Salvatori: Florindo il camionista

Mario Frera: Peppuccio

Curt Lowens: ufficiale tedesco batteria contraerea

Doppiatori originali

Achille Millo: Michele

Corrado Gaipa: Filippo, il padre di Michele

 

Recensione di Francesco Gentile, V AT

Scheda tecnica a cura di Leonardo Ragazzini, V AT

Correzione di bozze a cura di Flavio Trabelsi, V AT

 

"Cinema per resistere"

immagine del cortometraggio"Aida" 

Nelle scorse settimane di scuola, il nostro istituto ci ha dato la possibilità di poter partecipare ad nuovo progetto PCTO intitolato “cinema per resistere ” coordinato dal Professor Antonio Maiorino. E' stata proposta, alle classi 4 AT e 5 AT, la visione di due cortometraggi, "eroi perduti" di lorenzo Giroffi ed "Aida" di Mattia Temponi  
. Il primo cortometraggio racconta la storia di di Giacinto un soldato fascista convinto delle sue idee e pronto per partire verso la conquista dell’Etiopia, ma, colpito dagli orrori della guerra scambia la sua  posizione politica  per diventare  partigiano.  "Aida", la protagonista del cortometraggio di Mattia Temponi,  racconta di una bambina ormai divenuta anziana, che da sempre ha perseverato nello studio, anche se le fu impedito dal padre, come capitava a quei tempi a tante bambine, a causa del pensiero patriarcale che incorreva in quegli anni.  La madre, però, le regalò un abbecedario con la promessa che avrebbe dovuto studiare anche per lei, al fine di essere libera. Alla fine del videocorto ,  Aida, come molte altre donne può esprimere il suo giudizio e scegliere tra Monarchia e Repubblica attraverso il diritto di voto finalmente conquistato dalle donne. I due cineasti ci hanno omaggiati della loro presenza con due incontri, che sono stati svolti in orario extra-scolastico, in due pomeriggi, sono riusciti a rispondere esaurientemente a tutte le nostre riflessioni .
 In occasione di questi incontri, noi studenti, abbiamo scritto per loro delle logline e tagline inerenti ai due corti presentati, alcuni di quest’ultimi sono stati letti ed inviati sia al Signor Giroffi sia al Signor Temponi. Questa esperienza è stata davvero significativa in quanto ci ha fatto avvicinare ad una nuova arte, i cui aspetti erano all’oscuro a molti di noi.
Giulia De Simone e Ludovica Schirò 4 A T

mercoledì 12 maggio 2021

Poesia "NIENTE E NESSUNO"

 

Di Giulia Mancini



Ciao, sono Hannah.   


Sono, cioè ero,

la classica ragazza

che si fa mettere i piedi in testa: 

da tutti;

la classica ragazza

facile da prendere in giro.


Ero quella ragazza, ora non più.


Ho sofferto molto

ma a chi importa?

A nessuno.


Ho pensato: “Se dovessi morire,

a chi mancherei?

A nessuno, sono solo

una goccia di speranza

in un mare di male…”.


Vi siete divertiti?

Vi siete sentiti forti,

dietro uno schermo?


Forse non sapete 

che con una semplice foto,

avete sconvolto la mia vita.

martedì 11 maggio 2021

Il giorno europeo

 


 


Di Alessandro Iodice

 

Dal 1985, il giorno europeo, si celebra il 9 maggio di ogni anno. Il 9 maggio 1950 ci fu la presentazione, da parte di Robert Schuman, di un piano di cooperazione, che segna l’inizio di un processo di integrazione europea, ed un primo passo verso una Europa federale, fondamentale per il mantenimento della pace. Il 9 maggio, è anche il giorno che segna la fine della seconda guerra mondiale, e la caduta del nazifascismo. La bandiera dell’unione europea, è un cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu.


Dal 1983, il parlamento europeo approva che questa bandiera diventi il simbolo della comunità europea.

L’inno dell’unione europea è il movimento finale della nona sinfonia, anche detto “inno alla gioia” di Ludwig Van Beethoven. Il motto dell’unione europea è: “uniti nella diversità”. La moneta dell’unione europea è l’euro. In Italia, dal 1 gennaio 2002 la moneta nazionale, la lira, è stata sostituita dalla nuova moneta europea.

AUGURI A TUTTE LE MAMME

 

La festa della mamma


Di Alessandro Iodice


 

 


Quest’anno la festa della mamma è domenica 9 maggio. La prima volta fu festeggiata nel 1870 negli Stati Uniti con il nome di Mother’s Day for Peace, e fu promossa da Julia Ward Howe, un’attivista pacifista che lottava per l’abolizione della schiavitù. L’iniziativa non ebbe molto seguito e nel 1908 fu riportata in auge da Anna Jarvis che organizzò il Mother’s Day della storia. La celebrazione ebbe successo e il congresso nel 1914 la istituì come festività, stabilendo di celebrarla la seconda domenica del mese di maggio. In ltalia la festa della mamma è entrata in auge a partire dagli anni ’50. Nel 1959, dopo un acceso dibattito parlamentare, la ricorrenza diventò ufficiale e per qualche anno festeggiata l’8 maggio per poi essere spostata alla seconda domenica dello stesso mese come in altri paesi.


Poesia "DUE PASSI"

 

Di Mommina Zainab Akhtar




Due passi 

solo due passi 

verso il vuoto. 


Il buio che trafigge 

la pelle innocua. 


È ancora qui 

l’urlo silenzioso 

che avvolge 

la speranza. 


Dietro di me

a trascinare via 

il mio orgoglio.




L’OMBRA

Di Mommina Zainab Akhtar

Il sole 

che urla speranza 

il vento tagliente 

che sfiora le parole 

il riflesso della tua ombra 

che soffia la mia pelle. 


Mi trascini verso il male

con il richiamo delle foglie.


mercoledì 5 maggio 2021

Poesia "Urla del vento"

 


Di Ilaria Pace

 

 


 

Cupe urla del vento

vagano nell'amena immensità dell'aere eterno

invocano misere ombre

e il fuoco divino della violenza

redimono mortali pensieri

incantando la fatale bellezza ,

le floreali e mistiche terre

che accolgono tempi di fiori e sangue .

Il tumulto divino

conduce il vento a una lieve pace

sospira e si eleva

demoni infuocano soavi danze

abitano giardini di candore e peccato .

Si innalzano dando vita a rosee visioni.