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sabato 30 gennaio 2021

" Cuore Nero"

 

Poesia " Cuore Nero"

Di Federico De Baggis

 


 

Cuore nero e un briciolo

di rosso, nero pazzo, folle;

rosso dolce, timido,

poi ancora tutto nero, quel pizzico di rosso.

 

Non basta a scaldare il nero abisso,

un opposto è a lato,      

un cuore rosso scarlatto, forte,

e un pizzico di nero

che stringe un caldo abbraccio

per tenere tutto a sé.

 

Ma non basta perché,

rosso dominante,

sopprime il desiderio

e allarga le braccia.

 

Dal progetto poesia coordinato dal Prof. Ugo Magnanti- attività laboratoriale di elevato spessore culturale- una "poesia criptica, da interpretare" di Federico De Baggis.

venerdì 29 gennaio 2021

Un anno di Covid


È già un anno che conviviamo con la  pandemia da Covid, che ci ha tolto tante libertà, la nostra felicità, la nostra beatitudine e soprattutto ci ha tolto la possibilità  di vedere i nostri familiari più cari. Io soprattutto ho vissuto sulla mia pelle questo fatto e lo sto ancora vivendo; perché nonostante i vari provvedimenti presi, non si riesce ad arrivare ad una conclusione. I momenti più difficili che ho vissuto sono stati moltissimi: sono stata tre mesi reclusa dentro casa insieme ai miei genitori senza poter fare lo sport che amo, senza vedere mio nonno e mia sorella insieme a mio nipote che senza di loro non so stare. Quando è finita la quarantena ho pianto moltissimo, è stato il giorno più bello della mia vita perché rividi mio nonno e mia sorella, passammo tutta la giornata a giocare a carte a ridere e scherzare cose che possono sembrare molto stupide, ma a me stanno a cuore più di tutte. Purtroppo, anche se ho passato un’estate tranquilla e spensierata con la mia famiglia al completo e i miei amici, nel mese di settembre ricominciarono a introdurre nuove norme: come il coprifuoco, la chiusura dei bar e ristoranti, dei cinema e dei teatri. Quello che mi ha sconvolta e colpita maggiormente, sono state le recenti restrizioni emanate per le festività natalizie, perché a Natale non ho potuto passare del tempo con la mia famiglia al completo, soprattutto ora che la nostra regione è in zona arancione non posso più rivedere mio nonno o mia sorella. Soprattutto non posso rivedere mia nonna e neanche andare a farle visita in ospedale; pochi mesi fa si è ammalata di una malattia incurabile, dal quel giorno non ho potuto più rivederla, perché si trova nella provincia di Viterbo; non mi piace il fatto che posso sentirla solo per telefono, mi manca quando la andavo a trovare e mi cucinava sempre le mie cose preferite, mi manca fare la spesa con lei insomma le piccole cose che con lei erano le più belle. Mi manca la dolcezza, la pazzia e la comprensione di mia sorella, mi manca l’energia e l’innocenza di mio nipote, mi manca la bontà d’animo e la protezione  di mio nonno che di mia nonna e soprattutto, mi manca vedere tutta la mia famiglia riunita che fa il tifo per me durante le gare che affronto sempre a testa alta, perché loro mi donano la forza e la fierezza di essere me stessa.  Spero che tutto questo finisca presto ma non solo per la mia situazione ma anche per quella altrui perché tutti noi non vediamo l’ora di ritornare alla bellissima normalità che magari prima definivamo noiosa.

 Benedetta Principi

 

 

 

giovedì 28 gennaio 2021

La rubrica di Alessandro

 

 La Candelora

A cura di Alessandro Iodice

Alessandro

In Umbria e luoghi limitrofi si usa un proverbio molto antico che dice: 

"La Madonna Candelora dell'inverno semo fora, ma se piove o tira vento nell'inverno semo drento".

La parola Candelora deriva dal latino festa candelarum e va messa in relazione con l'usanza di benedire le candele, prima di accenderle e portarle nella processione. I ceri vengono conservati nelle abitazioni dei fedeli per essere riutilizzati, come accadeva in passato, per ingraziarsi le divinità pagane, durante calamità meteorologiche, oppure nell'assistenza di una persona gravemente malata, o nel caso di epidemie, o nell'attesa del ritorno di qualcuno momentaneamente assente, o infine, come accade attualmente, in segno di devozione cristiana. Anticamente, i seguaci dei riti magici, nel giorno della Candelora verificavano se una persona era colpita da malocchio seguendo queste modalità: immergevano tre capelli dell'interessato in una bacinella d'acqua seguiti da tre gocce di olio, precedentemente messo a contatto col dito dell'individuo.

Alessandro

A questo punto, secondo i seguaci della magia, se le gocce restavano intere e collocate nel centro della bacinella, il soggetto non era stato affetto da malocchio, in tutti gli altri casi invece sì. In molte culture esistono tradizioni che attribuiscono al 2 febbraio, giorno della Candelora e della "Purificazione, detto anche "giornata delle Cere", una capacità di prevedere la fine dell'inverno, come nel caso del Giorno della marmotta negli Stati Uniti e nel Canada. Il 2 febbraio è oggetto di numerosi proverbi dialettali meteorologici, anche in contrasto fra loro.




 



 

 





Ricordare per non dimenticare

di Valerio Casertano

Iieri  ricorreva  la giornata della memoria istituita dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005, per ricordare che il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell’offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.


In Italia per ricordare gli orrori dell'Olocausto è stato scritto il 1° articolo della legge, che recita:

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

Per eliminare tutti i soggetti considerati "indesiderabili" dai Nazisti, questi crearono dei campi di concentramento e di sterminio: nei primi i prigionieri venivano classificati in base alla loro capacità di lavorare; chi era troppo debole veniva eliminato nelle camere a gas camuffate da docce, mentre i più forti erano sottoposti ad un lavoro schiavistico. Anche questi ultimi, a causa delle terribili condizioni di vita e di lavoro a cui erano sottoposti, spesso non sopravvivevano. I campi di sterminio erano invece pensati esclusivamente per la soppressione delle persone. L'Olocausto fu l'ultima tappadella politica antisemita promossa da Adolf Hitler.

L'antisemitismo:

Negli anni '20 e '30 l'antisemitismo era comune in Europa ma trovò slancio attraverso la pubblicazione del libro di Hitler " Mein Kampf" che, inizialmente ignorato, divenne popolare quando Hitler salì al potere. A partire dal 1933 le misure antisemite si succedettero: si iniziò con il boicottaggio delle attività economiche gestite da tedeschi ebrei, si limitarono le loro attività e, con le leggi di Norimberga, gli ebrei tedeschi furono esclusi dalla vita sociale tedesca. Seguì la politica di emigrazione forzata dei cittadini ebrei dai territori del Reich e la loro prigionia nei campi di concentramento e di sterminio.

Nonostante questi fatti, alcune persone negano lo sterminio ebraico e si mostrano scettici sulle cause che lo hanno provocato, a questo, aggiungono la tesi che ai tempi di Hitler fosse in atto un complotto ebraico-capitalista contro la Germania nazista, un'invenzione della propaganda alleata, sostenuta dall'internazionale ebraica.

La memoria:

La parola memoria può assumere diversi significati, a seconda del contesto in cui è inserita. Primo Levi la intende come memoria storica, la quale può diventare bisogno e dovere dell’uomo: per esempio i casi in cui l’uomo eccelle in umanità oppure i casi in cui egli smarrisce la ragione perdendo quanto vi è di umano in lui, vanno ricordati per capire e per essere consapevoli del punto in cui un essere umano può arrivare. Anche noi uomini del XX secolo abbiamo sperimentato cosa voglia dire la soppressione della libertà, la manipolazione del reale da parte di “tiranni”, che noi abbiamo chiamato dittatori, e la Shoah ne incarna un esempio. Nonostante le infinite parole che hanno espresso l’orrore che ha caratterizzato la persecuzione degli Ebrei, la Shoah giunge ai nostri tempi portando con sè il disaccordo tra il dovere di ricordare ogni qual volta l’uomo si sente nello stesso rischio e il desiderio di minimizzare attraverso la “revisione”. Nessuno meglio di Primo Levi ha assunto la precisa missione di salvare la memoria e di evitare gli orrori del passato.

mercoledì 27 gennaio 2021

La nostra istituzione non dimentica





Il 27 Gennaio è Giornata Internazionale della Memoria, una giornata di sensibilità e vicinanza per tutte le vittime dell’Olocausto. Il 27 Gennaio 1945  le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.  La nostra Istituzione Scolastica non dimentica i valori della memoria, in questa giornata.



Facciamo nostre le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla Ministra dell’Istruzione Onorevole Lucia Azzolina, ma soprattutto cerchiamo di trasformare l’intenzione in azione e riportare ai nostri ragazzi le testimonianze degli orrori che ci furono.




Oggi, ciascuna classe è stata impegnata  nell’analisi delle testimonianze dei superstiti della Shoah, in particolare, gli alunni hanno potuto sentire le parole della Senatrice Liliana Segre, segregata ad Auschwitz a dodici anni, in ciascuna classe è stato letto il messaggio del Ministra dell’Istruzione ed ancora nei prossimi giorni, sarà attivato il progetto PCTO, presente nel PTOF d’Istituto “ Curve della memoria” ricordare la Shoah, attivato in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah di Roma. Vogliamo chiudere questa breve nota con una frase che  si trova incisa in trenta lingue su un monumento nel campo di concentramento di Dachau.

  


“Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”.






I disegni sono stati realizzati da: Alessandra, Alessandro, Gabriele, Francesco, Martina.

27 GENNAIO: giorno della memoria






testo di Giulia Viggiani
 il giorno della memoria è una ricorrenza celebrata in tutto il mondo il 27 gennaio per ricordare le vittime dell’olocausto, è stato deciso di celebrarle in questo giorno perchè truppe dell’amata rossa, in direzione della Germania liberarono il campo di concentramento di Aushwitz che si trova in Polonia.   Nel campo venivano svolte torture, lavori pesanti e non adatti a tutti, venivano usati bambini e persone anziane senza pietà, anche se molte venivano uccise all’inizio poichè “non servivano”.  Nel campo di Auschwitz poco prima della liberazione, solo 10 giorni prima i nazisti sterminarono tutti i prigionieri sani, coloro che riuscirono a scampare all’orrore dei nazisti riportarono traumi a livello mentale, fisico ed emotivo. Al giorno d’oggi NON dobbiamo dimenticare ciò che è capitato, milioni di bambini, donne, uomini, che potrebbero essere stati nostri nonni, genitori e zii. Donne incinte e bambini maltratti poichè non erano utili ai loro scopi. Non dimentichiamo mai ciò che è successo e ciò che non dovrà mai più succedere.

Sarah

Alessandra

 “La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore”

-Lev Trotsky 


Tommaso

 


“Io pensavo che la vita fuori era bella, e sarebbe ancora stata bella, e sarebbe stato veramente un peccato lasciarsi sommergere adesso”

-Primo Levi, Se questo è un uomo

.

"Se Dio Se Dio Esiste dovrà chiedere scusa " frase sul muro di  Auschwiz

Alessandro





martedì 26 gennaio 2021

«Le donne che hanno fatto la storia»

 


 

Palma Bucarelli

Di Giulia Viggiani

 

 


Palma Bucarelli nacque il 16 marzo 1910 e a soli ventitré anni entrò nell’amministrazione delle Belle Arti della Galleria Borghese. Nel 1941 la Bucarelli prese il posto di Roberto Papini (perché richiamato alle armi nel 1940) nella Direzione della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Durante la guerra si adoperò per la salvaguardia delle opere della Galleria, scegliendo con meticolosità punti strategici del territorio. La sua scelta cadde sul Palazzo Farnese di Caprarola, in quanto conosceva molto bene luogo e spazi, avendovi trascorso le vacanze adolescenziali. Il Palazzo in particolare, disponeva di spaziosi locali asciutti e riparati, ideali per la salvaguardia dell’integrità dei capolavori. Nell’autunno del ‘40 gli operai della Galleria, aiutati dal pittore Giovanni Omiccioli, procedettero ai delicati lavori di imballaggio e di trasporto. La sola scultura inamovibile fu L’Ercole e Lica di Canova che, protetta da un’impalcatura di legno e da sacchetti di sabbia, rimase nel salone centrale della Galleria. Ammirevole è, a mio avviso, il fatto che la Bucarelli non diede mai per scontato le procedure di imballaggio e dislocazione, convinta del fatto che «ogni opera d’arte è come un organismo che, apparentemente, è simile agli altri ma ha una sua particolare natura e reazioni diverse e richiede quindi un particolare trattamento». 



Palma Bucarelli, una donna che ha fatto la storia


Giulia Viggiani

sabato 23 gennaio 2021

"Quadro di stagno"

 

" Quadro di stagno" 

             Di Maria Bova

 



 

Un cielo esteso di stelle

riflesso nello stagno:

lucciole piccole lampadine dell’ombra,

rugiada scivola dalla tifa.

 

Dipinto umido,

affreschi nei polpastrelli;

rincuorata dagli acquerelli

una goccia pende dal tempo,

nello stagno riprende vita.



Dal progetto poesia coordinato dal Prof. Ugo Magnanti- attività laboratoriale di elevata caratura culturale- questa elegante poesia di Maria Bova.

venerdì 22 gennaio 2021


In occasione del 77°anniversario dello Sbarco di Anzio, l’Istituto Tecnico Economico Commerciale “Emanuela Loi” di Nettuno ha partecipato alle celebrazioni realizzando un cortometraggio dal titolo “Il mare e le memorie” esito di un percorso didattico curato dalla prof.ssa Francesca Tammone con la collaborazione, per le competenze d’inglese, della prof.ssa Amelia Criscuolo. Il percorso ha coinvolto la classe prima, sezione B, del corso Grafica e Comunicazione. Ancora, le alunne della classe terzo A turistico: Giada Gigante, Noemi Ferraro e Giulia Ciotola, hanno interpretato la lettera scritta da Chrissy Smith, figlia del reduce dello Sbarco Geoffrey Smith, sopravvissuto all’affondamento dell’incrociatore Spartan, nei pressi del Porto di Anzio; scomparso sette anni fa, Geoffrey Smith,  ha scelto di riposare nei fondali di Anzio, insieme ai suoi commilitoni, 

Attraverso questi percorsi l’Istituto Tecnico Economico Commerciale “Emanuela Loi” intende favorire il passaggio tra generazioni diverse della memoria della seconda guerra mondiale e sulle sofferenze dei nostri Padri, che mai dobbiamo mai dimenticare". Allo stesso scopo è stato attivato per le classi quarte e quinte del nostro Istituto Il progetto “Curve della memoria” conoscere la SHOAH, che si svolge in collaborazione con la Fondazione Museo della SHOAH ed è una maniera tangibile di introdurre i ragazzi all’argomento dell’Olocausto e aumentare la consapevolezza dei pericoli della discriminazione, dei pregiudizi e dell’intolleranza. Perché la guerra e l’'Olocausto sono: “pagine del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. (cit.Primo Levi)
il cortometraggio è visibile sul sito della scuola, per la lettera seguite il link in basso.

https://www.facebook.com/616656998369309/posts/4063074093727565/?vh=e&d=n


martedì 19 gennaio 2021

Le donne che hanno fatto la storia

 


 

Emmeline Goulden Pankhurst

Di Francesca Bellucci

 

 


Emmeline Goulden Pankhurst è stata una delle più importanti attiviste mondiali e icone del femminismo, si è battuta coraggiosamente per far valere i diritti delle donne, nello specifico il loro diritto al voto, il quale fino ad allora era riservato solamente ai cittadini di sesso maschile e negato all'intera popolazione femminile.

Emmeline, nata a Manchester il 15 Luglio 1858, si è interessata sin da piccola a difendere e valorizzare i diritti delle donne, le quali in quell'epoca non erano integrate particolarmente nella società, in quanto private di diritti fondamentali, come quello di voto, e a differenza degli uomini, non potevano ambire a cariche professionali, politiche e sociali. La Pankhurst divenne sostenitrice e fondatrice di vari gruppi, il primo in assoluto fu il "Women’s Franchise League", ovvero la lega che nel 1894 contribuì all'ottenimento del diritto al voto delle donne nelle elezioni locali. Nel 1903, fondò il "Women's Social and Political Union", ovvero l'unione sociale e politica che si interessò principalmente dell'estensione del suffragio femminile, anche a livello nazionale, da qui le componenti di questi gruppi presero il nome di "suffragette". Ma le battaglie di Emmeline, per le quali dobbiamo ringraziarla ancora oggi, non furono di certo una passeggiata per lei: nel 1905 fu condannata ed imprigionata  per aver interrotto una riunione del partito liberale, chiedendo che venisse presa in considerazione l'estensione del diritto di voto delle donne... Ma questo, purtroppo, non fu l'unico episodio in cui la coraggiosa donna ebbe problemi con la giustizia , infatti nel 1914 venne nuovamente arrestata per aver tentato di portare una petizione al re Giorgio V, di fronte a Buckingham Palace. In seguito alle numerose lotte, proteste e manifestazioni da parte di Emmeline e di tutte quelle donne che non si arresero alla prima sconfitta, ma che continuarono a portare avanti i propri ideali, le autorità inglesi decisero finalmente di concedere il diritto al voto delle donne nel 1918, subito dopo la prima guerra mondiale. Emmeline morì nel 1926, dopo una vita dedicata interamente a lottare per ottenere l'integrazione nella società  e i diritti che spettavano alle donne, ma le sue 3 figlie Christabel, Sylvia e Adela, continuarono la sua lotta, poiché la strada da percorrere per una totale integrazione femminile all'interno della società era ancora molto lunga.

La storia di Emmeline, insieme a quella di tutte le valorose donne che insieme a lei si sono battute in prima linea per ottenere la giusta valorizzazione della figura femminile all'interno di una società estremamente patriarcale e maschilista come quella di quegli anni, ci fa capire quanto il loro lavoro sia stato di fondamentale importanza per permetterci ad oggi di avere gli stessi diritti degli uomini. Oggi più che mai, dobbiamo fermarci a riflettere su quanto la figura della donna sia rispettata ed inclusa nella società odierna, e dobbiamo impegnarci a portare avanti la battaglia iniziata da Emmeline per ottenere una parità di genere omogenea in tutti i campi, in modo da non vanificare i suoi sforzi, e da eliminare definitivamente tutti gli aspetti che ancora influiscono negativamente sulla vita di noi donne.

domenica 17 gennaio 2021

STORIE DI ALTERNANZA

L’ITET “Emanuela Loi” di Nettuno ha vinto il premio “Storie di Alternanza” dedicato agli Istituti tecnici presso la camera di Commercio di Roma. L’iniziativa di Union Camere mira ad accrescere la qualità e l'efficacia dei percorsi di alternanza scuola-lavoro premiando i migliori racconti audiovisivi realizzati dalle scuole nell’ambito delle esperienze di alternanza condotte a partire dall’entrata in vigore della Legge n. 107/2015.



L’ITET “Emanuela Loi” ha raccontato l’esperienza del progetto “coding girl” realizzato in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale. Il progetto nasce per diffondere la parità di genere nei settori della scienza e della tecnologia. Il progetto nasce per diffondere la parità di genere nei settori della scienza e della tecnologia.
Portavoce del progetto nella scuola la Prof.ssa Elena Maria Brachetti che si pone l’ obiettivo di avvicinare allo studio e alle professioni della tecnologia quante più studentesse possibili.
L’informatica è infatti un settore che offre ancora tanti posti di lavoro e ben remunerati a cui le giovani donne devono ambire e a volte come dice la professoressa “basta un’esperienza per scardinare un luogo comune e far nascere una passione”.
La prof.ssa ha formato una squadra di 35 ragazze e i laboratori del nostro Istituto ,in occasione di diversi eventi (settimana del codice, ora del codice, giornata delle bambine), si sono aperti al territorio e le studentesse hanno realizzato lezione di codice per le alunne delle scuole primarie e delle scuole di primo grado.
 
Link al video:
https://www.youtube.com/watch?v=eJUAFA1u8hk&t=5s
 

 

lunedì 11 gennaio 2021

"Le donne che hanno fatto la storia »

  

Valentina Tereškova

 

Di Francesca Bellucci

 

 


Valentina Tereškova, nata il 6 Marzo 1937 a Maslennikovo, Russia, fu la prima donna ad andare nello spazio; il suo primo lancio fu il 16 Giugno 1963 con la navicella Vostok 6.

Ebbe una vita fu molto tormentata sin da bambina, ma ciò non le impedì di seguire la sua passione, il paracadutismo, che la portò in seguito ad interessarsi anche del volo spaziale.  A soli 2 anni, la Tereškova rimase orfana del padre, che morì durante la seconda guerra mondiale; una volta cresciuta si dedicò ad aiutare la madre ad occuparsi dei suoi due fratellini e proprio per questo motivo iniziò la scuola più tardi rispetto agli altri, per poi diplomarsi a 17 anni; tuttavia, subito dopo aver conseguito il diploma, la giovane dovette iniziare subito a lavorare per poter continuare gli studi, e aiutare la sua famiglia, ma... con la forza di volontà ed il costante impegno, riuscì a raggiungere uno dei più importanti traguardi che segnarono la storia: Valentina fu la prima donna in assoluto a viaggiare nello spazio, il 16 Giugno del 1963, per una durata di circa 3 giorni.

La sua fenomenale impresa, ci insegna che le donne sono in grado, esattamente come gli uomini, di poter raggiungere qualsiasi obiettivo loro vogliano, in quanto non esiste alcuna differenza che impedisca loro di seguire le proprie passioni e, di conseguenza, di conseguire importanti obiettivi, in qualsiasi ambito.

Francesca Bellucci

 

venerdì 8 gennaio 2021

Tutti a scuola

Gli ultimi giorni delle vacanze di Natale sono stati caratterizzati dall’attenzione dei media riguardo la riapertura delle scuole superiori, questo perché sulla scuola è scoppiata una polemica tra coloro che ci governano. In effetti nella riapertura in presenza delle scuole superiori possiamo trovare molti aspetti positivi, soprattutto per quanto riguarda la ripresa delle attività didattiche in presenza. Finalmente potremo tornare ad avere dei dialoghi reali, con i propri professori ed i nostri compagni di classe, senza dover stare troppe ore davanti al computer. Sarà bello poter chiacchierare con i nostri compagni di classe, ascoltare la lezione senza nessun problema di connessione, come avviene spesso in DAD. Sarà sicuramente meglio poter conversare con i nostri professori, perché la scuola ci e mancata moltissimo e non vediamo l'ora di ritornare in presenza.

Certo, il rischio che il ritorno in presenza faccia alzare la curva dei contagi è grande, forse è anche per questo che, sulle questioni della scuola esistono  pareri contrastanti, non solo nel governo della nazione, dove  c'è chi pensa che sia una priorità assoluta riaprire le scuole mentre altri, pensano che non sia molto utile riaprire le scuole in un periodo come la pandemia con il rischio di mettere a repentaglio la salute di noi studenti.  Se facciamo un tuffo nel passato a quando ancora non esisteva la pandemia e pensiamo in quali condizioni si trovavano le scuole, con i banchi erano rotti e gli edifici fatiscenti, condizioni che sono cambiate poco, perché in molte aule scolastiche d’Italia piove dal soffitto, ci sono  crepe sui muri . Ci chiediamo perché il governo italiano non ha fatto assolutamente nulla per rimediare a tutto ciò. Noi studenti italiani abbiamo diritto e bisogno di scuole più sicure e pulite, di aule dignitose. La scuola del futuro, secondo noi, dovrebbe essere migliore e tecnologica,  in tutte le aule delle scuole dovrebbe esserci almeno una lavagna LIM, per poter guardare video interessanti ed interattivi, sono vent’anni che è iniziata la loro diffusione in Italia e solo ancora pochi i fortunati che hanno questo strumento in classe.  Servono più laboratori, biblioteche. La scuola  dovrebbe essere un posto meno stressante dotata di tante strutture sportive,  campi da calcio o da corsa, di pallavolo,  sia per far divertire tutti gli studenti italiani, sia per permettere loro di scegliere quale attività fisica praticare. Sinceramente vorremmo che la scuola italiana somigliasse a quella americana che prevede molte attività che motivano i ragazzi alla frequenza.  Speriamo in un futuro migliore per la scuola dei ragazzi e delle ragazze d’Italia.

Testo collettivo classe 2 AT


domenica 3 gennaio 2021

La mia squadra del cuore


Ogni persona ha una squadra del cuore,  la mia è la Juventus, spesso le persone si appassionano ad una  squadra fin da piccoli; magari simpatizzano per  altre squadre ma c’è sempre quella preferita. La Juve viene considerata la  squadra più forte in Italia, perché non è sempre facile vincere con lei. Diversi la chiamano anche “la vecchia signora”, oltre al fatto che è la più vecchia squadra in seria A, ma anche per i tifosi juventini che mostrano amore da tantissimi anni per questo club. Ogni anno la Juventus combatte per arrivare nei gironi di Champion League dove alcune volte arriva in finale con squadre anche più forti, infatti il vero  scopo è quello di alzare la coppa; ma a volte la fortuna non è proprio dalla loro parte, e rimarrà sempre come un obbiettivo ma sanno che non si devono abbattere e un giorno ripotranno alzare la coppa come le precedenti squadre; Il giocatore più forte nella storia della squadra è Alessandro Del Piero, in questo periodo i calciatori più amati di questa formazione sono Cristiano Ronaldo, Alvaro Morata e Paulo Dybala. Questa squadra da 123 anni continua a far sognare i suoi tifosi e a sorprenderli. Sarà emozionante ritornare nello Stadio e sentire l’inno e cantarlo in curva sud a squarciagola insieme ad altri tifosi .

Giada Leotta 1 B Grafica e Comunicazione

 

 

Le donne che hanno fatto la storia: Kathrine Virginia Switzer,

 


Kathrine Virginia Switzer, nata il 5 Gennaio del 1947, atleta statunitense conosciuta per essere stata la prima donna della storia a partecipare alla maratona di Boston, è una grande sostenitrice del movimento sportivo femminile, che lotta per l'inclusione delle donne in qualsiasi disciplina e gara sportiva. Negli anni '90 era vietato per le donne partecipare alle maratone, poiché si pensava che fossero troppo deboli e che la loro capacità di resistenza fosse minore rispetto a quella degli uomini. Kathrine Switzer riuscì ad abbattere tali pregiudizi, che ostacolavano la parità di genere nel mondo dello sport. Ella riuscì a partecipare alla maratona di Boston nel 1967, adottando una strategia per passare inosservata agli occhi degli organizzatori, e cioè quella di registrarsi come concorrente inserendo solo le sue iniziali ed il suo cognome e omettendo il proprio genere, in modo tale da fare intendere che il nome iscritto appartenesse ad un uomo. Kathrine gareggiò nella maratona di Boston con il numero 261, ma dopo circa tre kilometri dalla partenza uno degli organizzatori scese in campo e cercò di sottrarla dalla gara strattonandola, tuttavia, Kathrine completò la corsa in 4 ore e 20 minuti. Il coraggioso gesto di Kathrine fu un importante passo avanti verso la parità di genere, che purtroppo ancora oggi non è scontata; basti pensare che le donne, a parità di incarico lavorativo, percepiscono uno stipendio più basso rispetto agli uomini. Oggi più di ieri dobbiamo impegnarci tutti insieme a continuare la « corsa » che iniziò Kathrine per raggiungere finalmente il traguardo della parità di genere in ogni ambito sociale e lavorativo.

Francesca Bellucci