Di Cristian Tarantini
Il 27 gennaio lo ricordiamo come il Giorno della Memoria, una giornata in cui onoriamo le vittime della Shoah e riflettiamo sull'importanza della memoria storica, per evitare di ripetere gli errori commessi in quel periodo. La Shoah, o Olocausto, fu un tragico evento che portò via la vita a circa 15 milioni di persone, vittime della spietata tirannia del dittatore Adolf Hitler.
In questa data, i soldati dell'Armata Rossa, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, abbatterono i cancelli di Auschwitz e liberarono i pochi sopravvissuti nel campo di concentramento.
Nel campo accadevano atrocità così orribili che non riuscirei nemmeno a descriverle in questo articolo.
Il 27 gennaio assunse anche un altro significato, ovvero la fine della persecuzione degli ebrei. Questa giornata fu istituita in Italia il 20 luglio del 2000 e dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 1° novembre del 2005.
Le testimonianze su questo evento sono moltissime, da quelle del poeta Primo Levi al diario di Anna Frank, senza dimenticare tutte le persone che hanno avuto un contatto diretto con la vicenda e che possono raccontare la loro esperienza.
Meritano di essere citati anche vari film che trattano dell'Olocausto, che sono sempre mirati a far riflettere, ad immedesimarsi nel momento storico e, eventualmente, anche a commuovere, come La vita è bella, Il bambino con il pigiama a righe e La lista di Schindler.
Non dovremmo mai dimenticare cosa è stato capace di fare l'essere umano
in quel periodo storico, per evitare di ricadere in quella crudeltà e impedire
che eventi simili si ripetano.
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