Vanessa Policardo e Chiara Taurelli del Laboratorio di Poesia con questa seconda intervista ad Antonio
Francesco Perozzi, aggiungono dei tasselli importanti sulla personalità del giovane poeta, protagonista, lo scorso
17 aprile, del terzo incontro della rassegna promossa dalla nostra scuola, “4 incontri tra oralità e scrittura ~
esempi di giovane poesia contemporanea”.
D: È stato un evento in particolare per cui hai iniziato a scrivere, oppure c’è stato qualcosa che ti ha influenzato,
qualcuno da cui hai tratto ispirazione?
R: Sicuramente posso citare la mia professoressa delle superiori che mi ha mostrato, prima ancora di un modo
per scrivere, un modo di studiare, di approcciarsi alla poesia, alla letteratura in generale, cosa che mi ha
sconvolto.
Io ho fatto lo scientifico per non studiare italiano, cioè, alle medie, odiavo studiare italiano, e questo fino al terzo
superiore. Poi a un certo punto, questa professoressa ha aperto qualcosa, quindi sì, questo evento, forse, è quello
scatenante.
D: Per creare le tue poesie hai bisogno di un posto specifico, oppure in qualsiasi momento riesci a dar vita alla
tua creatività?
D: Allora, bella domanda… qualsiasi momento, qualsiasi posto possono innescare qualcosa, poi, servono gli
spazi di meditazione, forse sì, ognuno ha i propri, io ad esempio ho un giardino grandicello e quindi mi piace
anche stare lì; il giardino mi dà tanto, e poi ho le tartarughe… quindi può avvenire in qualsiasi momento, infatti
ho degli appunti anche sul telefono, oppure ho un taccuino, però poi servono rielaborazioni, magari con più
calma.
D: Prima di trovare il tuo stile di poesia, hai provato a scrivere in altri modi, oppure sei sempre stato impostato
su quello stile?
D: No no, il mio modo di scrivere è cambiato e continua a cambiare; ho iniziato con la narrativa in realtà, quindi
con la prosa, con i racconti; il mio primo libro è un romanzo, poi sono passato alla poesia, già questo è un
cambio radicale, poi dentro la poesia, faccio cose molto diverse: in poesia, ho questi due libri, questi testi inediti,
che sono tre cose completamente diverse; e poi ho altri progetti. Quindi, cambia molto, per necessità, anche per
desiderio, cioè, mi piace che cambi.
D: Avendo letto le poesie, sia in classe che al corso, abbiamo notato il linguaggio deciso che viene usato, quindi ti
chiediamo: quanto tempo, più o meno ti prende scrivere una poesia?
D: È molto vario il discorso, perché dipende anche da cosa stai facendo; faccio un esempio radicale: ho
quest’altro progetto, che si chiama “spore”, sono testi costruiti, montando testi già esistenti, cartelli stradali,
libri…, questi sono molto veloci ad esempio, li crei e li hai fatti sul momento. Quando invece servono
dimensioni più artigianali, la scrittura di un testo può richiedere anche molto tempo. Però questo aspetto è molto
vario, la poesia “Passeggiata + internet”, per esempio, è nata e finita nello stesso giorno, invece altre me le porto
dietro per mesi, se non per anni, e ci ritorno spesso.
Noi: Grazie
Lui: A voi!
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