Pagine

sabato 16 marzo 2024

DON CIOTTI INVITA LA PLATEA A NON TACERE: "IL MALE ESISTE E VA AFFRONTATO"


Il 9 marzo, inizialmente alla pineta Mazza, ma poi, a causa del maltempo, la manifestazione é stata spostata nella Chiesa di San Benedetto ad Anzio 2 ,le associazioni riunite in “PartecipaRete” hanno dato vita ad una giornata dedicata alla riscoperta della “Partecipazione” come valore per accrescere il senso civico ed il rispetto dei beni comuni, della legalità, della convivenza civile, ripudiando qualsiasi forma di violenza e sopraffazione.

Ad Anzio 2 si sta cercando di curare con le buone pratiche, le ferite di un quartiere tristemente noto come una delle principali piazze di spaccio, sconfiggendo, inoltre, l’indifferenza e la rassegnazione e invitando i cittadini ad essere protagonisti di una vera e propria Riscossa civile. Anzio non è solo mafia, e la parte migliore della società deve far sentire la propria voce. Tutti insieme siamo un Noi, uniti possiamo essere il cambiamento che la città merita.

Gli applausi delle tante persone che affollavano la Chiesa hanno scandito con energia l’intervento di Don Ciotti Presidente di "Libera".


Di Rotelli Nicolò e Timpu Roberta


domenica 10 marzo 2024


Nella nostra società, spesso tendiamo a classificare le persone in base al loro genere, dimenticando che prima di tutto siamo tutti esseri umani. Quando smettiamo di classificare le persone in base al loro genere e le vediamo semplicemente come esseri umani, apriamo la porta a una maggiore comprensione, empatia e rispetto reciproco. Ogni persona ha la propria unicità, le proprie esperienze e aspirazioni, e merita di essere valutata per le proprie qualità e capacità, non per il suo sesso.

Promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne non significa solo riconoscere e rispettare i diritti delle donne, ma anche riconoscere l'umanità e la dignità di ogni individuo. Smettendo di vedere le persone come membri di generi diversi e iniziando a vederle come esseri umani, possiamo costruire una società più giusta, inclusiva e rispettosa per tutti.

La Giornata internazionale della Donna è un'occasione speciale per celebrare non solo il genere femminile, ma l'umanità nella sua interezza. In un mondo che spesso cade vittima degli stereotipi di genere, è fondamentale riconoscere e onorare le donne non solo per il loro sesso, ma per la loro umanità e le loro infinite sfaccettature.

Ogni donna è un individuo unico con le proprie esperienze, passioni, e talenti. Sono madri, figlie, sorelle, amiche, professioniste, artiste, leader e molto altro ancora. È importante guardare oltre le etichette e riconoscere la ricchezza della diversità.

La Giornata internazionale della Donna è un momento per rinnovare l'impegno verso un mondo più equo e inclusivo per tutti.

È un'opportunità per celebrare le conquiste delle donne in tutti i settori della vita, dalle scienze all'arte, dalla politica all'economia. Ogni successo delle donne è una vittoria per l'intera umanità, poiché ci avvicina sempre di più a un mondo in cui il talento e il merito sono riconosciuti indipendentemente dal genere.

La solidarietà tra le donne e tra tutti gli esseri umani è fondamentale per creare un mondo più giusto e compassionevole. Ciò ricorda di sostenerci a vicenda, di amplificare le voci delle donne marginalizzate e di lavorare insieme per affrontare le sfide che ancora persistono nella lotta per l'uguaglianza di genere.

In occasione della Giornata internazionale della Donna, celebriamo non solo il genere femminile, ma l'umanità nella sua totalità. Ogni donna porta con sé un prezioso bagaglio di esperienze e talenti che arricchiscono il tessuto della società. Sia che si tratti di combattere per l'uguaglianza di genere, di ispirare con la propria arte o di guidare con saggezza e compassione, le donne sono esseri umani e meritano di essere celebrate. 

Si ringraziano i vivai e fioreria IMBISCUSO per l'omaggio floreale alle ragazze del nostro Istituto in occasione della giornata dell'8 Marzo.

martedì 27 febbraio 2024

Cultura della legalità: Incontro con i ragazzi del Rione Sanità


Il 16 febbraio 2024, si è tenuto presso l’aula magna dell'Istituto Emanuela Loi un incontro con i giovani della cooperativa "La Paranza" e la Criminologa dott.ssa Flavia Fiumara, coordinato dalla prof.ssa Pasqualina Borrelli. La cooperativa nata con lo scopo di risanare il quartiere Rione Sanità ha oggi 56 dipendenti, rispetto ai 5 nel 2006, anno della sua fondazione e ha un fatturato che di anno in anno cresce sempre di più. L’incontro ha preso avvio con la lettura, da parte di un ragazzo della cooperativa, di una storia tratta dal libro "Vico Esclamativo", raccontando la vita di un giovane che si impegna quotidianamente a rendere i luoghi in cui vive migliori. In seguito, i cinque ragazzi di questa cooperativa, Emmanuele, Sasà, Patty, Marta e Salvatore ci hanno narrato la loro toccante storia. Ognuno di loro si occupa di qualcosa di diverso nelle catacombe di San Gennaro, Salvatore si occupa della progettazione, Sasà gestisce il bar vicino alle catacombe, Patty si occupa della didattica delle catacombe,lavora con i bambini e fa laboratori con loro, e Marta ed Emanuele sono guide turistiche. L’ incontro è terminato con un lungo applauso, e con una bellissima citazione: “La speranza ha due bellissime figlie: lo sdegno e il coraggio di cambiare le cose così come sono.”

E’ da notare la molta partecipazione e l’interesse  da parte degli studenti, per questo incontro, rimasti molto soddisfatti. Anche i docenti si sono complimentati con i ragazzi della cooperativa, e parlando di alcuni temi qualche docente si è anche emozionato, e ciò fa capire quanto siano state difficili le loro storie, e di come, però, si sono rialzati, lasciando una cattiva strada. Questo incontro è da considerarsi come  un punto di partenza, un esempio, per sanare anche le nostre città, Anzio e Nettuno.  


martedì 30 gennaio 2024

Intervista a Germana Noemi Altese

di

Chiara Taurelli, Giada Romagnoli, e Alessandro Grillo 

(Laboratorio di Poesia)



Il giorno 25 gennaio 2024 si è svolto nell’aula magna dell’Istituto il primo incontro della rassegna “4 incontri tra oralità e scrittura ~ esempi di giovane poesia contemporanea”. 

Riportiamo l’intervista che alla fine dell’incontro la poetessa Germana Noemi Altese ci ha rilasciato.

 

C’è stato un evento particolare per il quale hai iniziato a scrivere, oppure c’è stato qualcosa o qualcuno che ti ha ispirato?

 

Devo dire che in famiglia sono sempre stata molto stimolata alla lettura, all’approfondimento, alla critica e al dibattito. Quindi sicuramente ho avuto in famiglia dei forti stimoli in questo senso. Però, la scrittura credo sia nata con me: c’è questa passione, poi, piano piano nel tempo ha preso forma, fino ad arrivare a pubblicare anche quello che avevo scritto nel tempo. Però è una passione che ho sin da piccola.

 

Cosa la ispira principalmente a scrivere queste poesie?

 

La fonte di ispirazione è sempre la vita, in tutte le sue forme, in tutte le sue esperienze. Queste poesie in particolare, che ho pubblicato nella silloge “Crisalidi e cristallizzazioni”, sono poesie d’amore. Quindi l’amore è il filo conduttore, ma in generale tutta l’esperienza di vita, in primis l’esperienza autobiografica. Ma non solo, perché poi è tanto importante anche il confronto con l’altro, guardarsi intorno e attingere anche dalle vite degli altri, per trarne ispirazione. 

 

Da piccola avresti mai pensato che saresti diventata una poetessa?

 

Ho sempre avuto un’indole artistica, creativa, quindi immaginavo di poter continuare, ma non esattamente ed espressamente nel campo della poesia. Però ho sempre avuto questa indole, questo stimolo a creare e a cimentarmi in forme artistiche: anche con la musica e il canto. Per cui immaginavo che sarebbe stata comunque una costante. Non esattamente, e non soltanto la poesia. In generale proprio la passione per l’arte, la creatività, pensavo sarebbero state una costante del mio percorso di vita. 

 

Alle volte, quando leggi le poesie, ora o magari in passato, ti sei sentita a disagio nell’esporle?

 

Sì, questa cosa un po’ si impara con il tempo, a riascoltarsi e a rileggersi. Ma fa sempre un certo effetto. È come se le stesse leggendo qualcun altro: cioè nel momento in cui tu scrivi qualcosa, è come se non fosse già più tua. La doni agli altri, e nel punto in cui la leggi, a voce alta, è qualcosa che ti sembra quasi non appartenerti più. È un po’ come quando ci si riascolta, ci si rivede, anche nel rileggersi. Mette sempre un po’ di disagio questa cosa, però si impara anche a leggere. L’oralità è una componente fondamentale, che va di pari passo alla scrittura, quindi, bisogna fare anche questo esercizio di lettura e imparare piano piano anche a riascoltarsi, ad ascoltare le cose che si scrivono. 

 

Prima di trovare il tuo stile di poesia, hai provato a scrivere in altri modi, o hai avuto sempre questo stile?

 

Lo stile si evolve, certo. Come anche viene fuori da questa silloge che ho pubblicato e che è composta da due parti: poesie più recenti, ma anche la riedizione, la ripubblicazione, di una silloge precedente. E mettendo insieme queste due sillogi in un’unica pubblicazione, già si evince che c’è un percorso evolutivo, che passa anche da un’evoluzione dello stile e della forma, del modo in cui si scrive. 

 

Abbiamo una domanda correlata a quella di prima, sul fatto di leggere poesie. Diciamo che, come lei sa, quando la poesia è letta dal poeta, nella lettura c’è l’intenzione che è stata pensata per quella poesia, mentre se la legge qualcun altro, magari questo aspetto scompare, e la poesia non viene letta allo stesso modo. Credi comunque che nonostante questo fatto una poesia possa collegare le persone che magari si trovano in situazioni simili, ma in modi diversi?

 

Cioè, che la poesia possa diventare, intendi, un linguaggio universale? Collettivo? Se sono io che ho scritto, e come ho sentito io, le emozioni che ho provato non sono esattamente quelle che arrivano a un’altra persona. Un’altra persona in quella poesia ci legge delle cose sue. Afferma la propria interpretazione, però è interessante tutto questo: che la poesia possa diventare un linguaggio collettivo, universale, anche se ognuno di noi ha la propria interpretazione, ha la propria esperienza personale.

 

Come hai vissuto questo processo di metamorfosi a cui hai accennato più volte?

 

È un percorso faticoso, però fa parte del percorso esistenziale, la crescita; è una continua evoluzione. La metamorfosi è faticosa perché comporta una sorta di morte e di rinascita, però rinascere significa anche rinascere dalle proprie consapevolezze, ricentrarsi. Quindi fare di questo percorso un’evoluzione.

 

Oltre a De André, che hai citato durante l’incontro, ci sono altri artisti che ti hanno ispirata oppure ti hanno cambiata nel corso della tua vita?

 

Come dicevamo prima (nell’incontro), ispirarsi ai grandi riferimenti culturali, ai grandi poeti, anche cantautori, è un aspetto importante. Nella mia esperienza c’è anche questa componente musicale, però poi bisogna anche trovare il proprio stile, la propria identità espressiva. Sicuramente altri cantautori che io ritengo d’ispirazione, come Ivano Fossati, poi poeti e pittori... I poeti che abbiamo citato prima sono anche i riferimenti della poesia amorosa, come Pablo Neruda, Alda Merini, e Pedro Salinas, che è un altro poeta che amo molto, Sylvia Plath, Sibilla Aleramo... i riferimenti sarebbero tanti. Lo sforzo maggiore è lasciare andare, l’esempio dei grandi maestri è creare una propria identità, un proprio stile.

 

Credi che amicizia e amore siano la stessa cosa?

 

L’amicizia è una profondissima forma d’amore. Diciamo che è una forma d’amore senza la passione, cioè svincolata dalla fisicità. Quindi forse è anche una forma d’amore più alta, più disinteressata.

 

Negli ultimi tempi o negli ultimi anni, secondo te, il ‘rapporto d’amore’ sta prendendo piede in modo giusto o sbagliato? O meglio, sta avendo un’evoluzione positiva o negativa?

 

Allora, se ci si basa sulla cronaca, a cui voi avete fatto riferimento nei vostri testi, chiaramente ci troviamo di fronte troppo spesso a casi di amore malato, disamore, però è difficile dire se l’amore si sia evoluto o meno: è un’esperienza comunque personale, soggettiva.

 

Per scrivere le tue poesie hai bisogno di un posto specifico, oppure in qualsiasi luogo riesci a dare sfogo alla tua creatività?

 

Non c’è un luogo fisico, non c’è un posto. È il momento che conta, è quando ti senti ispirata, e c’è qualcosa che colpisce la tua attenzione, o un pensiero che va fissato sulla carta, un’emozione che vuoi fermare e vuoi trasformare in poesia. Allora è quello, il momento. Non è il posto, è quello che senti dentro che ti ispira a scrivere.

domenica 28 gennaio 2024

Meloni vs ferragni, “guerra” delle donne influenti.

di Melissa Santachiara


Una controversia tra influencer e le critiche di Giorgia Meloni sul ruolo degli influencer.

Nel mondo dei social media, l' influenza degli influencer è diventata sempre più rilevante.

Questo è particolarmente evidente nel caso Ferragni e la Meloni, una controversia che ha

suscitato un dibattito acceso riguardo ai ruoli e alle responsabilità degli influencer nella

sfera pubblica.

Chiara Ferragni, famosa imprenditrice e influencer italiana, ha costruito una carriera di

successo grazie al suo blog di moda e al suo seguito su Instagram. La sua influenza è

diventata così significativa che è stata invitata a svolgere un ruolo di rappresentanza in

ambito politico, supportando apertamente il partito Democratico italiano.

Tuttavia, la sua presa di posizione politica ha attirato le critiche della leader del partito di

estrema destra, Giorgia Meloni. Meloni ha accusato Ferragni di utilizzare la sua influenza

per promuovere la politica di sinistra e ha sostenuto che gli influencer dovrebbero

astenersi dal prendere posizioni politiche per mantenere la loro neutralità.

Inoltre, Meloni ha espresso la sua opinione sul ruolo degli influencer in generale. Secondo

lei, gli influencer non sono modelli da seguire e i giovani dovrebbero concentrarsi

sull'ottenere una formazione solida e trovare un lavoro "vero", invece di cercare la fama e

il successo attraverso la carriera da influencer.

Meloni ha criticato l'idea che diventare un influencer sia una strada valida per il successo e

il benessere finanziario. Ha sostenuto che il lavoro reale richiede competenze specifiche,

dedizione e impegno, mentre l'influencer marketing può spesso essere veloce e basato

sull'apparenza.

In conclusione, il caso Ferragni e la Meloni ha sollevato importanti questioni riguardo al

ruolo degli influencer nella società contemporanea. Mentre alcuni sostengono che gli

influencer abbiano il diritto di esprimere le loro opinioni politiche, altri ritengono che

dovrebbero essere prudenti nel farlo per evitare un uso irresponsabile della loro influenza.

Questa controversia richiede un dibattito più ampio sulla responsabilità degli influencer e

sul modo in cui possono contribuire in modo positivo al discorso pubblico.