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venerdì 22 dicembre 2023

CALCIO E PASSIONE


Nel cuore della stagione scolastica, la passione per il calcio ha travolto studenti, insegnanti e genitori dell’Istituto superiore nettunese “Emanuela Loi” grazie al recente torneo di calcio organizzato dalla scuola. L'evento ha trasformato il campus in un vivace campo di battaglia, dove l'entusiasmo, la competitività e il fair play si sono fusi per creare un'esperienza indimenticabile. Gli studenti, suddivisi nelle squadre rappresentanti le diverse classi, hanno sfilato con orgoglio, sfoggiando le proprie divise personalizzate e creando un'atmosfera di eccitazione palpabile.

 

I vincitori del torneo sono stati la squadra della seconda A Sportivo per il biennio e una squadra mista di alunni della quinta A RIM e Turistico. Nonostante la competizione intensa, il fair play e lo spirito sportivo hanno dominato il torneo. Gli studenti hanno dimostrato un rispetto esemplare per gli avversari, congratulandosi reciprocamente per le prestazioni eccezionali e accettando le decisioni degli arbitri con dignità. Questo atteggiamento positivo ha contribuito a creare un ambiente in cui l'amicizia e il rispetto reciproco sono emersi come vincitori indiscussi.

 

Con grande soddisfazione tra gli organizzatori, la professoressa di Scienze Motorie Marzia Cittadini ha dichiarato: “Un ringraziamento speciale va al nostro Dirigente Scolastico, alla collega Barone che ha preparato, organizzato e arbitrato, al nostro capo dipartimento Giuliana Cardoselli e a tutti i colleghi di scienze motorie che hanno reso possibile tutto ciò con la partecipazione di Pasquale Pastore, non ultimo Fabrizio Bonomo che ci ha supportato durante l'ultima giornata arbitrando la finale insieme ad Anita Barone. Grazie all’Anzio calcio che ci ha ospitato gratuitamente. È stata una grande vittoria per il nostro Istituto essere riusciti ad organizzare un piccolo evento come questo per i nostri ragazzi”.

 

Contento anche il Dirigente Scolastico Dott. Gennaro Bosso che dice: “Il torneo di calcio della scuola non è stato solo un'opportunità per mostrare il talento sportivo, ma anche un'esperienza formativa che ha insegnato agli studenti valori come la lealtà, il lavoro di squadra e la resilienza. Sono orgoglioso di vedere gli insegnanti e i loro studenti impegnati in un'attività così costruttiva, hanno sottolineato l'importanza di equilibrare l'educazione sportiva con quella accademica”.

 

 

 

 

 

 

sabato 9 dicembre 2023

LA DISPARITA' DI GENERE


Fin dai tempi più antichi , la figura maschile ha sempre avuto una presunta “superiorità” , in ogni ambito,  fisico, verbale e

psicologico, nei confronti delle donne ,provando esplicitamente o implicitamente a lasciar passare questo assurdo messaggio.

VI sono donne che per questi motivi ,ancora oggi convivono perennemente con la paura, ogni giorno, sia nell'andare a scuola che per andare a lavoro, o per esempio , soltanto a camminare da sole in determinati orari. Riflettendoci è una cosa inammissibile perché colei che mette al mondo l’uomo non può temerlo . In questa società essere donna significa ancora essere un oggetto ,significa avere il terrore di un uomo e del suo sguardo, significa non essere libera ; ed è proprio per questo che quotidianamente sentiamo notizie di donne uccise solo per il loro genere e per quello che per questa società rappresenta .Sono realtà radicate all’interno della cultura patriarcale che permane la nostra società , nella quale i casi di violenza sono miminizzati, coperti da omertà e in qualche modo normalizzati .  Tutto avviene nel quadro di un modello educativo che spesso esalta a prescindere l’intraprendenza o addirittura l’aggressività sessuale maschile e il possesso dell’uomo nei confronti della donna .Chi violenta e uccide una donna non è un mostro; un mostro è qualcosa di incontrollabile che va oltre le nostre capacità di pensiero. Chi violenta e uccide è una persona, e in quanto tale deve essere responsabilizzata. A fronte di questi femminicidi in preoccupante aumento e di richieste d’aiuto sempre più frequenti , le istituzioni e la giustizia continuano a girarsi dall’altra parte lasciando che le donne si sentano sole ed inascoltate .

Sono stanca di vedere la storia ripetersi senza che nessuno faccia qualcosa affinché questi numeri calino

fino a scomparire, sono stanca che tutti chiedano e in pochi rispondano ,lasciando che la protezione resti una conquista e non un diritto .

Sono stanca di vedere le foto di donne che speravano di essere aiutate da qualcuno e che ora ci

sorridono immobili nell’immagini che condividiamo sui nostri profili social di fretta ,come che fossero delle figurine e non

degli esseri umani . Molte volte le persone hanno paura di uomini con tatuaggi ,con la barba ,ma la nostra società ancora

non ha compreso che al mondo d’oggi il male veste pulito e che dietro un viso angelico si potrebbe nascondere l’assassino più brutale . Come donna non mi voglio ritenere né privilegiata entrando gratis in discoteca per il mio aspetto né in difetto quando vesto in modo da esaltare il mio corpo . Voglio rimanere alla pari di colui che è visto come una figura che vince su tutto: l’uomo.

In 17 anni di vita, a prescindere dalle brutte affermazioni con cui una donna viene classificata e dalle battute sessiste c’è stato un particolare caso dove come “figura femminile “ , mi sono sentita umiliata da parte di un uomo . Non sono mai stata derisa ,criticata, denigrata, insultata e soprattutto messa in cattiva luce così tanto ,e quello che mi ha toccato e soprattutto cambiato profondamente non è stato per il modo in cui una figura maschile mi ha trattato , perché questo non lo potevo ,non lo posso, e non lo potrò controllare , ma è stato il modo in cui io mi sono fatta trattare da lui che è stato indegno. Sul momento non ci si da mai tutto questo peso ma riflettendoci bisogna capire che ciò non è normale e deveessere assolutamente abolito. Questa battaglia non è qualcosa che riguarda solo noi, ma dovrebbe essere combattuta soprattutto con gli uomini. Molti di loro se ne tirano fuori con affermazioni : “non sono così”, ma il problema è proprio questo, ovvero che tutti dobbiamo contribuire e sostenere ciò per cui ne vale la pena combattere: la cosiddetta “parità di genere”. Rieduchiamo gli uomini ad essere padri e saper dare la vita per chi amano senza rivendicazioni . Uniti, altruisti per il bene dell’altro, responsabili, gente su cui si può veramente contare. E’ questo il traguardo che bisogna raggiungere. Ridiamo a questa gioventù con valori persi “cibi” buoni. Nutriamoli di bellezza, di rispetto, di aiuto per chi soffre, di senso di gratitudine, del senso di dovere e di paternità, perché solo così facendo riusciremo finalmente a vivere bene gli uni con le altre.

 

ANGELICA IONTA 4AT