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mercoledì 30 marzo 2022

la rubrica di Alessandro

Pesci rossi nell’arte


I pesci rossi sono  stati introdotti in Europa dall’estremo oriente già nel XVII secolo (negli Stati Uniti invece arriveranno solo nel 1850, diventando subito popolarissimi). Per via della loro livrea luccicante erano considerati simbolo di prosperità e così i pesci rossi divennero un tradizionale dono degli uomini sposati alle loro mogli, in occasione del primo anniversario di matrimonio.

Nei dipinti compaiono dentro una bella boccia di vetro così i pittori possono dare sfoggio della loro bravura nelle trasparenze e, soprattutto, nei riflessi.

Il primo quadro nel quale compare il pesce rosso è un dipinto che risale al 1765. Si tratta di un ritratto femminile completato dalla  boccia dei pesci rossi. Un gatto che cerca di afferrarli aggiunge alla scena ironia e naturalezza.

Il tema del ritratto con pesci nella boccia lascerà rapidamente il posto a scene più spontanee, in cui i personaggi sono intenti ad osservare i pesci. L’abbinamento più frequente è quello della donna elegante con boccia di pesci rossi. Non mancano immagini di bambini incantati a guardare il nuoto dei pesci. Ma forse i più interessati sono gli animali… i gatti, in particolare, si stanno già leccando i baffi!

Ma c’è un artista che, ancora più di bambini e gatti è rimasto stregato dai pesci nel loro vaso, fino a dedicare loro decine di tele. È Henri Matisse, uno dei pochi artisti del Novecento ad aver dipinto i pesci rossi.

Alessandro Iodice

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