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mercoledì 17 febbraio 2016

CYBERBULLISMO

CYBERBULLISMO



Con il termine cyberbullismo, purtroppo divenuto assai frequente nelle cronache di tv e giornali, si indicano tutti quegli atti comunemente associati al bullismo (provocazioni, molestie, violenza verbale e fisica) in questo caso effettuati con i moderni mezzi virtuali:internet, social network, e-mail, cellulare ecc. Un esempio classico di cyberbullismo è la pubblicazione di foto in qualche modo compromettenti da parte di ragazzi o ragazze che decidono in questa maniera di ridicolizzare pubblicamente il soggetto delle foto. Esattamente come il bullismo, anche il cyberbullismo ha lo scopo di infastidire, offendere, spaventare e umiliare la vittima.  Nelle comunità virtuali il cyberbullismo può essere effettuato da un gruppo di persone, con denigrazioni o azioni finalizzate ad impedire che la vittima prescelta partecipi alla vita della comunità.  I cyberbulli trovano il loro habitat naturale nelle comunità virtuali, nelle chat, nei blog, nei forum e nei vari sistemi di messaggistica istantanea, sia nei vari programmi per pc sia in quelli presenti sui moderni cellulari. Gli effetti sulle vittime sono simili a quelli provocati dagli atti di bullismo tradizionale:isolamento, mortificazione, depressione, calo del rendimento scolastico ecc. Le vittime predilette dai cyberbulli sono per lo più ragazze (attaccabili con offese e ricatti spesso a sfondo sessuale) e tutti quei soggetti potenzialmente più deboli o in qualche modo discriminabili per il loro aspetto fisico, per l’orientamento sessuale, la cultura di appartenenza, l’abbigliamento, eventuali disabilità e altri aspetti connessi al carattere. In molti casi, reale e virtuale finiscono per intrecciarsi: la vittima può essere individuata e scelta in uno dei tanti luoghi di ritrovo o a scuola, mentre l’atto di bullismo avviene invece a mezzo virtuale.
Così come nei casi di bullismo tradizionale, anche per il cyberbullismo una delle armi più efficaci è quella di cercare di non dare corda al molestatore virtuale, ma di dimostrarsi il più possibile indifferenti. I problemi sorgono quando il cyberbullo pubblica foto o filmati offensivi, imbarazzanti e lesivi della privacy: in questo caso occorre denunciare immediatamente il fatto a polizia o carabinieri. La denuncia si rende necessaria anche quando si ricevono messaggi intimidatori e offensivi in maniera insistente e per un arco di tempo significativo.

COME DIFENDERSI?

Se le accuse avvengono in forum o chat regolate dai cosiddetti moderatori, è essenziale segnalare loro l’accaduto, affinché provvedano a bloccare(o “bannare”, come si dice in gergo internet) il mittente di tali messaggi. Come fare a mettersi in contatto con il moderatore? Nelle chat si può trovare nell’elenco dei membri connessi, tra cui il moderatore, debitamente indicato. Nei forum, invece, è solitamente presente l’indirizzo mail del moderatore. Accanto al suo nome c’è scritto “moderatore”. Nei forum il suo indirizzo di posta elettronica è sempre indicato. Se i messaggi persecutori continuano ad essere presenti in alcuni siti, provvedere acontattare il gestore del sito, il moderatore o il creatore del blog, chiedendo che tali messaggi vengano immediatamente rimossi. Se il cyberbullismo avviene a mezzo email, assicuratevi di bloccare l’indirizzo di postada cui provengono le email in questione. Le azioni di molestia possono essere segnalate anche al proprio ISP, Internet Service Provider, ossia il fornitore del servizio Internet. Per i più abili, esistono programmi specifici per risalire all’IP del cyberbullo, ossia a quel numero unico che individua ogni computer connesso con la rete in un determinato momento, in possesso del quale la polizia è in grado di identificare facilmente il molestatore. Talvolta il semplice fatto di far sapere al cyberbullo che siamo in possesso del suo IP è sufficiente a farlo smettere. Navigare è e deve poter rimanere un’attività piacevole e sicura, non un luogo di insidie.

M.P. B.P.

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