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martedì 12 maggio 2020

Epidemie e letteratura


La parola peste deriva dal latino “pestis” che vuol dire peggiore e rappresenta ancora oggi il simbolo assoluto di un morbo mortale.
Secondo gli studiosi, l’arrivo della peste, fu dovuta a causa dello sbarco delle navi che provenivano dal porto di Caffa in Crimea verso il porto genovese nel 1347.
Nel giro di due anni, la peste raggiunse l’Europa mediterranea e continentale; nel 1351 anche la Russia e l’estremità orientale erano ormai invase dal contagio.
Questa prima ondata della pandemia ha provocato la morte di un terzo della popolazione europea.
Esistevano due tipi di peste: quella bubbonica e quella polmonare.
La peste bubbonica, prendeva questo nome perché apparivano i bubboni prima rossi, poi nerastri e indicavano che il contagio era avvenuto.
Quindi si trattava di un rigonfiamento nelle zone in cui sono presenti le ghiandole, quando arrivava la peste vera e propria il malato aveva febbre molto alta, completa perdita delle forze, vomito, diarrea, stato di agitazione e dolori alle braccia e alle gambe.
Se il bubbone non migliorava il malato moriva per infezione, se il bubbone si rompeva e ne fuoriusciva il liquido, la febbre calava e al malato iniziava una lunga convalescenza.
La peste polmonare era caratterizzata da un’immediata comparsa dei primi sintomi, per questo tipo di peste non veniva coinvolto il sistema linfatico ma quello respiratorio per cui il malato tossiva insistentemente espellendo muco e sangue e quindi il contagio era assicurato.
Molti autori scrissero sulla peste, come Boccaccio e Manzoni.
Ne “ I promessi sposi” Manzoni analizza le cause della peste a Milano, individuandone non solo i veicoli fisici, ma anche le circostanze che li hanno favoriti: il tentativo da parte della popolazione di negare l’esistenza del morbo, l’iniziale inazione delle autorità mediche e politiche, la loro incapacità di applicare metodi efficaci e l’isteria delle masse, con la richiesta pressante di una processione per placare Dio, che avrà l’unica funzione di promuovere ulteriormente l’epidemia.
Esso, quindi, nel narrare l’episodio condanna l’idiozia delle autorità e l’irrazionalità delle folle che sentono il bisogno di trovare un capro espiatorio nella figura immaginaria degli “untori”.
Per untore si intende la ricerca del colpevole, cioè la ricerca psicologica per dare una spiegazione verso un qualcosa di cui si ha paura e non si riesce a tenerla sotto controllo, perché nel Medioevo, si pensava che qualcuno avesse messo del veleno per inquinare l’acqua dei pozzi.
Principalmente questa epidemia derivava dalle pulci presenti addosso ai ratti, che poi, venivano contagiati anche gli altri animali e cosi via stando a contatto con gli animali venivano contagiate le persone.
La peste colpiva persone di ogni ceto e di ogni età e non si conoscevano misure efficaci per curare o prevenire il morbo, quasi tutti coloro che si ammalavano, infatti, perdevano la vita.
Le conoscenze mediche del tempo erano impotenti di fronte alla malattia.
A favore del contagio, furono anche le pessime condizioni igieniche in cui vivevano le persone all’epoca, le città erano diventate meta di numerosi cittadini in fuga.
Solo alcune misure di emergenza usarono cioè evitare i contatti con gli ammalati, pertanto furono disposti periodi di isolamento, le cosiddette quarantene.
Anche oggi, viviamo in un mondo di pandemia globale detto “Coronavirus o Covid-19” è un virus la diffusione ha avuto inizio a Wuhan in Cina nel dicembre del 2019.
Non sono ancora chiare le cause che hanno portato all’insorgere del virus.
A fine gennaio/inizio febbraio, a causa dell’elevato numero di contagi nel nord Italia, la pericolosità del virus è diventata nota a tutti e sono iniziate le prime misure ristrettive.
Essendo un virus di base influenzale, la sintomatologia è molto simile a quella di una normale influenza, ma nei casi più gravi si traduce in una sindrome respiratoria acuta che richiede il ricovero del paziente in terapia intensiva.
Tra i sintomi si include febbre alta, difficoltà respiratorie, stanchezza, debolezza, ma ogni individuo può dimostrare sintomi diversi o addirittura essere asintomatico.
Trattandosi di un virus nuovo, non esiste ancora un vaccino, anche se sono in corso le relative ricerche e sperimentazioni.
Il pericolo maggiore del coronavirus o del Covid-19 deriva dalla sua alta contagiosità, dovuta al contatto con persone malate, o con oggetti da loro toccati.
Per questo come sottolineato dalle autorità, è importantissimo lavarsi frequentemente le mani e disinfettare le superfici.
Quindi è preferibile seguire le regole ed osservare il distanziamento sociale.
La differenza tra l’epidemia della peste e la pandemia del coronavirus è la sufficienza medica e l’igiene.


Marica Angilletta III AT

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