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giovedì 28 maggio 2020

Lettera alla Scuola

Cara scuola, in questi mesi difficili la mancanza si è sentita, perché potranno dire che è noioso andare a scuola e stare 7 ore sui banchi ma è proprio lì che conosciamo le amiche, cresciamo e ci mettiamo a confronto l’uno con l’altro.
È stato un distacco dalla quotidianità più forte che se lo avessimo deciso noi di distaccarci dalla scuola e dalla nostra normalità; perché tu, cara scuola, non sei solo corridoi e lavagne, sedie e banchi, scale e cortili, lezioni e interrogazioni: sei il punto d’incontro, e a volte di scontro, tra vite, menti, cuori e caratteri. 
Sei la culla di relazioni più o meno durature e segnanti, di sogni e idee che nascono e si perfezionano, sei il luogo che unisce i grandi di oggi e quelli di domani.
La scuola è una palestra di crescita, in cui ognuno a suo modo interagisce con regole da rispettare, aspettative da soddisfare, giudizi da confermare o smentire e ostacoli da superare nel presente, per raggiungere il proprio futuro imparando dal passato.
Purtroppo questo virus, ci ha portato a trovarci lontani dai nostri compagni di banco, dai professori, dalle risate e dalle paure; ci siamo adattati con la didattica a distanza e al posto del professore vediamo uno schermo ascoltando una voce. 
Parlano e noi, connessi ascoltiamo; non è la stessa cosa. 
Dove sono finite le alzate di mano quando non capiamo qualcosa? Dove sono finiti gli sguardi tra compagni e professori? 
Cara scuola, adesso che non ti abbiamo ti rimpiangiamo, quando ci vedremo? 
A settembre? A gennaio? Chi lo sa…
La scuola per noi giovani era anche un momento di svago per scappare dai problemi famigliari, un momento in cui potevamo parlare e sfogarci con i professori perché dopo i nostri genitori ci sono loro che ci vivono e ci vedono crescere giorno dopo giorno.
Un pensiero va anche al preside che ci ha supportati sempre con una parola dolce, di confronto per non scoraggiarci e per renderci capaci di continuare a costruire i nostri sogni, ai collaboratori e alle collaboratrici scolastiche che ci hanno compreso  quando cercavamo di non seguire qualche lezione o scampare da qualche interrogazione consentendoci di restare qualche minuto sotto la loro sorveglianza. 

È stato un anno strano ma che ricorderemo per sempre, ci ha lasciati un segno e ci ha fatto crescere ed apprezzare tutto ciò che avevamo e che forse adesso non potremmo più avere. 
Marica Angilletta III AT

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