Pagine

martedì 13 aprile 2021

Il mondo in uno scatto


Il mondo ormai è un insieme di scatti fotografici, ogni cosa, soprattutto ai tempi di oggi, viene ricordata da una semplice foto fatta anche con il telefonino, per poter poi, un giorno, ricordare i momenti pù belli. 

Ma non solo oggi, da quando è nata la fotografia che ogni attimo è immortalato da un click, dal 1839, quando Joseph Nicéphore Niépce fu in grado di scattare la prima foto al mondo con una camera oscura, immortalado una  semplice vista da una finestra.

Successivamente furono molti gli scatti che sgnarono la storia, quali l'ultima foto del Titanic nel 1912, una delle più grandi e lussuose navi, a galla, prima che affondò durante il suo viaggio, perdendo molte vite, rendendolo uno dei disastri marittimi più mortali della storia.

La mostra della prima bomba atomica, che venne fatta esplodere nel 1945 su una rampa alta 30 metri posta nel deserto del New Mexico. In seguito al successo del test vennero preparate 2 bombe, la prima fu sganciata su Hiroshima il 6 agosto; la seconda, con lo stesso meccanismo di questa bomba, rase al suolo Nagasaki il 9 agosto: le due esplosioni che segnarono la storia. 

Nel medesimo anno, lo scatto considerato più romantico, fu quello tra due perfetti sconosciuti, un'infermiera e un marinaio che la accompagna cedevolmente in un casqué, era il simbolo di feseggiamento per la fine della guerra a Times Square.

Qualche anno dopo, nel 1948, cruda fu la fotografia pubblicata su molti giornali americani, che racconta una storia di miseria e degrado, che raffigura quattro bambini seduti sui gradini esterni di una casa di Chicago, dietro ad un cartello che riferisce “4 bambini in vendita, informarsi all’interno” , con a pochi gradini sopra, la madre, che era di nuovo incinta, che si protegge il viso con le mani, per non essere ripresa dal fotografo, ma disperata nella scelta di dover vendere i propri figli per un pugno di dollari per cercare di garantirgli un futuro migliore, poiché in grande difficoltà e costretta a lasciare il proprio appartamento per sfratto, si trattava di una questione di sopravvivenza. 

Nel 1988, il paese era diviso in due dalla religione: da una parte i cattolici e dall’altra i protestanti, ma un colonnello luterano e una nobildonna praticante provocarono uno scandalo sposandosi, subendo diverse ritorsioni, ma quando l'uomo morì e sepolto nel cimitero protestante, a quei tempi la divisione tra religioni era talmente profonda che persino i cimiteri, pur essendo uno accanto all’altro, vennero separati da un muro di mattoni e non era possibile in alcun caso seppellire un "discordante" nel proprio campo santo, anche se si trattava del proprio coniuge, ma quando la donna morì, prima di andarsene, scrisse una lettera al parroco esprimendo il desiderio di essere sepolta il più vicino possibile al marito, di fatti il sacerdote commosso per quell' amore così forte da andare contro corrente contro tutto e tutti, al momento della sepoltura la fece seppellire  vicino al muro che divideva i due cimiteri e si mise d’accordo con il pastore protestante affinché lo stesso fosse fatto per il marito, costruendo oltretutto due braccia di marmo che si prendono per mano per collegare le due immortalate lapidi degli innamorati; dimostrando che l'amore tra due persone, anche se diverse, come in questo caso, per questioni di religione, ma anche per il colore della pelle o cultura è così forte da superare non solo tutti i tabù della vita, ma anche quelli della morte.

E ancora, un atro istante da raffigurare, è quello della caduta del muro di Berlino nel 1989, costruito per isolare la zona ovest di Berlino, sotto il controllo occidentale, da Berlino Est, sotto il controllo orientale, impedendo ai cittadini della Repubblica Democratica Tedesca di accedere alla Repubblica Federale Tedesca;  quando il leader del partito comunista della Germania est, si era ormai dimesso, e l’intero blocco sovietico vacillava, insieme ad una serie di proteste spontanee dei cittadini di Berlino, il governo della Repubblica Democratica Tedesca fece un annuncio improvviso: si poteva di nuovo viaggiare liberamente verso la Germania ovest. Precisamente il 9 novembre del 1989 i berlinesi armati di piccone demolirono una volta per tutte l’odiato muro, il cui crollo fu interpretato come un segno del fatto che la divisione in due blocchi dell’Europa stava definitivamente finendo; fu uno dei festeggiamenti spontanei in città più grandi della storia.

Uno degli ultimi scatti che ci raffigura di più in questo momento di pandemia che ci insegue da più di un anno è quello di un'infermiera stremata dai turni di lavoro intensi nella giornata dell'8 Marzo, che si addormenta sulla scrivania davanti al computer, indossando ancora la mascherina, la cuffia e il camice da lavoro. Una notte piena di pazienti di tutte le età, spaventate e che improvvisamente avevano difficoltà a respirare accompagnate da una febbre che saliva in modo repentino e con gli occhi pieni di paura e che parlavano da sè; fu ed è uno dei simboli della professionalità con cui medici e infermieri stanno lottando ancora oggi, giorno dopo giorno, ora dopo ora, contro il coronavirus che sta mettendo in ginocchio il nostro paese.

Ormai siamo diventati tutto dei fotografi, immortaliamo tutto ciò che più ci piace, ed è giusto a parer mio, per poter portare sempre nel nostro cuore gli attimi della nostra esistenza, tanto che a volte la nostra memoria potrebbe "perdere", ma secondo me, non guardando lo schermo, perchè non è importante che la foto venga bene, ma che in quel momento si viva al mille per mille quel lasso di tempo che potrebbe anche non riaccadere più.

 

 Erika Re 4 A Turistico

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.