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mercoledì 14 marzo 2018

Incontro con la criminologa


Ci troviamo a Nettuno, nell’Istituto Tecnico Commerciale “Emanuela Loi”, per incontrare la criminologa Sig.ra Flavia Fiumara. Gli alunni di diverse classi dell’istituto sono riuniti in aula magna, la quale è stata allestita con cartelloni preparati dai ragazzi su diversi temi della Mafia. Gli studenti hanno assistito ad un dibattito riguardante in particolare le vicende” di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il progetto didattico è stato curato dalla professoressa Pasqualina Borrelli, al termine dell'incontro in aula magna,  la criminologa, Flavia Fiumara,  è stata intervistata da un alunno della classe 5 B AFM, Alessandro Forcina.
Illustriamo di seguito l’intervista svolta;
D: DA DOVE NASCE LA SUA PASSIONE PER LA CRIMINOLOGIA?
R: Io sono laureata in legge ho fatto 9 master in criminologia, la mia passione per la criminologia nasce da le stragi del ‘92 e dalla mia passione per la Mafia, al di là dell’accento sono Siciliana.
D: CON QUALI STUDI SI ARRIVA ALLA LAUREA IN CRIMINOLOGIA?
R: In realtà oggi ci sono dei corsi di laurea in criminologia ma quando mi sono iscritta io nel ’92 non esisteva la criminologia, ho fatto addirittura un esame fuori facoltà in psicologia, perché a legge non c’era, anche le informazioni sulla criminologia erano all’anno zero, mentre oggi ci sono tutti corsi di laurea, ma allora eravamo pochissimi.
D: COSA STUDIA NELLO SPECIFICO?
R: Io mi occupo di Mafie, ma mi occupo di questioni come purtroppo il femminicidio e il bullismo.
D: QUANDO UN CRIMINOLOGO VIENE CONSULTATO?
R: Un criminologo può essere consultato sotto vari aspetti, dipende dalla figura di un criminologo, nel mio caso io non posso fare profili perché non sono laureata in Psicologia, quindi io sono solo di ausilio alle indagini. Spesso e volentieri i criminologi vengono interpellati per fare profili e dare supporto, come ad esempio per quello che è successo ad Igor in Emilia Romagna, molti criminologi hanno fatto profili per capire dove era questa persona.
D: CHI RICHIEDE IL CONSULTO?
R: Il consulto può essere richiesto da più parti, sia dalla procura che ovviamente in fase dibattimentale, che dalla difesa, dipende da ciò che si va ad indagare.
D: COSA ANALIZZA UN CRIMINOLOGO?
R: Può analizzare moltissime cose, un profilo quindi un soggetto, un comportamento, un fenomeno (come il femminicidio), fenomeni mafiosi, il cambiamento di una società, di attentati di terrorismo ( che purtroppo al momento è molto diffuso).

D: IL LAVORO DELLA CRIMINOLOGIA SI SVOLGE IN GRUPPO OPPURE SINGOLARMENTE?
R: Questo lavoro spesso e volentieri si svolge in modo autonomo, a volte può capitare che sei con un pool di colleghi quindi fai parte di un collegio di più persone.
D: QUALE E’ STATO IL CASO PIU’ DIFFICILE DA LEI ESAMINATO?
R: Io in realtà non esamino casi, faccio solo formazione, non mi occupo di casi specifici, perché la mia formazione non è psicologica ma giuridica.
D: IL CRIMINOLOGO PUO’ DARE ANCHE UN AIUTO PSICOLOGICO AI PARENTI DELLE VITTIME?
R: Certo, spesso e volentieri, proprio perché i criminologi sono degli psicologi, soprattutto una branca poco conosciuta, che aiuta i figli dei mafiosi, che entrano in un programma di protezione per l’accettazione di una nuova identità, è un argomento non basterebbe una mattinata per spiegarlo, è molto lungo ma interessantissimo.

Al termine dell’intervista svolta da Alessandro Forcina, un altro alunno della classe 5 B AFM, Alessandro Lanzuisi, pone una sua domanda alla criminologa;
D: Leggendo il libro, di Caponnetto “I miei giorni a Palermo”, nei suoi ultimi anni di vita ha fatto viaggi nelle scuole per rappresentare il lavoro svolto da Borsellino e Falcone contro la Mafia, e secondo lui la scuola e le nuove generazioni possono sconfiggere la Mafia. Secondo lei questo è possibile?
R: Io non ho la formula per sconfiggere la Mafia perché se ce l’avessi avrei fatto i soldi, ma per me una maniera per sconfiggere la Mafia è cambiare la coscienza. Un consiglio che vi do personalmente è quello di non giocare alle Slot, sono in mano alla ‘Ndrangheta, oltre a creare dipendenza, quei soldi vanno alle mafie, quindi allo spaccio, alla prostituzione, alle armi e tant’altro. Parlando con un bambino di quarta elementare, questo bambino mi rispose dicendomi:” secondo me la Mafia si sconfigge non sparando ma parlando”.

L'intervista si conclude con un omaggio floreale offerto alla criminologa offerto dai ragazzi della 5 B AFM.


Alessandro Forcina



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