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giovedì 3 aprile 2014

L'adolescenza - Anonima

L'adolescenza è la fase che segna il passaggio dall'infanzia all'età adulta; in tale periodo l'adolescente rivive la fragilità del bambino piccolo, è estremamente sensibile agli sguardi che riceve e ai discorsi che lo riguardano.
E' molto suscettibile quando si parla di lui, tende a chiudersi in sè stesso, in un mondo tutto suo, tanto che risulta difficile per l'adulto, sia genitore, educatore o insegnante, affacciarsi alla "porta" di quel mondo per colloquiare con l'adolescente.
In questo periodo, che va dai 12 anni ai 18 anni, caratterizzato spesso da una bassa autostima, troviamo ragazzi che, pur dimostrando di possedere buone capacità scolastiche, interessi culturali e sociali, manifestano comunque difficoltà a credere nelle loro capacità, anche se queste vengono confermate dai genitori, dagli amici e dagli insegnanti/educatori. E' quindi doveroso cercare di capire dove nasce, dove trova terreno fertile, la difficoltà ad avere una buona stima di sé e perché risulta così difficile affermarla, consolidarla e tenersela stretta.
Il periodo adolescenziale è caratterizzato dalla tensione fra identità e dispersione di identità, che si riassume bene in questo detto citato da Erikson: " non sono quello che dovevo essere, non sono quello che sto per essere, ma non sono neppure quello che ero".
L'adolescenza è un periodo di grandi contraddizioni, caratterizzata da una forte instabilità emotiva e da scarso riconoscimento di sé.
I ragazzi devono fare i conti con il proprio corpo e la sua trasformazione, non ci sono certezze ma solo dubbi su chi sono e dove vogliono andare. Allo stesso tempo è un momento di grande scoperta di sé stessi, cosa apprezzano, cosa li interessa, cosa li emoziona. Non è vero neppure che i ragazzi a questa età sono privi di sentimenti ma semplicemente sentono la difficoltà di affacciarsi ad un mondo nuovo, sconosciuto, che non sanno se li accoglierà e come.
Un aspetto importante è sentire di appartenere ad un gruppo di pari a cui far riferimento ma che spesso tende ad emarginare chi non si adatta alle sue regole di comportamento. Essere riconosciuto come appartenente ad un gruppo sociale, essere riconosciuto come persona è fondamentale per la propria realizzazione, per riuscire a diventare un adulto capace di misurarsi con se stesso e con gli altri.
In questa fase il ruolo della famiglia da una parte e ciò che sta fuori diventa determinante per la propria realizzazione.
Tutto questo e molto di più vivono i ragazzi che si affacciano alla fase adolescenziale, fase influenzata da ciò che è stato vissuto nell'infanzia, dal rapporto instaurato con la propria madre, con il padre e con tutte le figure di riferimento che lo hanno accompagnato nella scoperta della vita e del suo mistero.
Chi può dire con certezza che un bambino/a a cui è stata data la possibilità di vivere in un buon ambiente familiare, che sia stato stimolato alla crescita, che sia stato amato sarà poi in futuro un adulto sicuro di sè, capace di prendere decisioni serenamente, capace di rispettare se stesso e gli altri, capace di vivere le sue contraddizioni e le sue difficoltà in modo giusto e che sappia rapportarsi al mondo esterno e al proprio mondo interiore con amore e gioia? Chi ci dice che un bambino amato sia domani un adulto/genitore capace di amare perché lo ha ricevuto in dono?
Ciò che è importante è come i ragazzi riescono a vivere il momento del distacco dalla famiglia, dagli affetti familiari, dalle figure genitoriali perché possano sentirsi in prima persona coinvolti nella propria vita, consapevoli che le scelte dipendono dalla loro capacità di vedere le possibilità che gli sono offerte, perchè sappiano guardarsi intorno e diventino gli attori principali della propria vita.

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